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Lourdes

Regia di Jessica Hausner vedi scheda film

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La recensione su Lourdes

di leporello
2 stelle

“Elamadonna!” Stavo camminando tranquillo per i fatti miei quando, da dietro le vetrata del cinema, mi si staglia minaccioso un poster gigantesco con un gran faccione cereo che ci schioppa dentro, l’occhio addolorato tipico del pesce lesso, e, in corpo tipografico 90, sotto una fitta coroncina di allori  (indicativo di qualche apparizione  festivaliera nient’affatto trascendentale), un inquietante titolo mi piomba pesantemente addoso: “LOURDES”!!!

 A me, che pure sono più strozzapreti di Garibaldi e indemoniato almeno quanto Linda Blair, mi viene subito istintivo di farmi uno segno di croce, non certo di stampo devozionale, ma piuttosto perché precipitarsi a palpare qualcosa dentro le tasche dei pantaloni non è che venga troppo spontaneo davanti a una rappresentazione tanto severa.

Mi precipito dentro con un’esclamazione che in un sito pubblico come questo è certamente impossibile riportare. I miei amici che gestiscono il cinema parrocchiale dietro casa sono lì di fianco alla stitica fila antistante la cassa…  “Ragazzi, diobòno!”, dico quasi gridando: “Ma non avete manco avuto il coraggio di dare  Antichrist di Lars Von Trier l’altra volta….. E mo’ che caXXXX di film siete andati a scovare?”. Uno dei due sbianca, mentre l’altro trattiene a stento un ricaccio gassoso dal naso, intanto che sbava per terra un po’ di Pepsi che gli ho evidentemente mandato di traverso. Mi accorgo che il primo, ammutolito e come colto da emiparesi facciale, sta sgranando gli occhi nel tentativo di indirizzare la mia attenzione verso il fondo del salone…. Mi volto, e vedo che a confabulare con un paio di carampane  già agghindate in anticipo  per il mercoledì delle ceneri c’è don G., il quale, in quanto parroco, è anche  padrone del cinema (benedetto uomo! Tra i pochi preti che non strozzerei ci sono quelli che si sforzano di tener testa allo strapotere dei Multiplex, sebbene servendosi a loro volta dello strapotere dell’otto per mille, ma tant’è… lotta tra bande….), interessato, stavolta più delle altre, a controllare l’afflusso di pubblico più o meno con la stessa attenzione con la quale (immagino) controlli le file domenicali che escono  dai banchi per accostarsi alla comunione.

“Ma no…” mi bisbiglia il primo amico una volta sinceratosi che il Don, pur notandola,  non ho colto le sfumature della mia entrèe: “..Non è come sembra… E’ un film critico…”. Mah. Bho? Sarà…. A me, con quella locandina lì, di critico mi da’ l’idea che ci sia poco, ma mi fido dei miei amici, faccio il biglietto ed entro.

Lo stracciamento di zebedèi inizia inesorabile: un immobile, lunghissimo piano sequenza aereo su un salone ristorante che viene lentamente apparecchiato da sonnolente crocerossine, e poi lentamente affollato di pellegrini sotto l’incombere di un’annoiata versione d’organo dell’Ave Maria di Shubert…Già mi basta per capire  di aver clamorosamente sbagliato sala…

A nulla servono i pur encomiabili sforzi del viso e dei modi simpatici dell’attrice protagonista: tutto ristagna. Le disquisizioni teologiche sono a livello di prima elementare, il ritmo è a dir poco (e per restare in tema) paralitico, si scivola anche sul comico di tanto in tanto, tipo all’immobile reazione dei crecerossati allo sbavare di lei, testa ciondoloni sulla carrozzella, o agli applausi del corpo inservienti al tavolo della miracolata, o quando la crocerossina cade riversa al suolo e il crocerossone, da sullo sgabello,  si limita a un laconico “Cècile, posso aiutarla?”….

Per fortuna, un vero dio come si deve, tale Morfeo, mi soccorre verso la metà del film, elargendomi la grazia di perdermi almeno quei quattro cinque minuti di film abbandonato tra le  sue braccia….

Ma mi risveglio in tempo almeno per godermi (ho detto godermi?! SIC!) l’evento del miracolo, il suo sviluppo, la simultanea, complementare comparsa di punti interrogativi disseminati qua è la tra uno sguardo invidioso (durata minuti cinque) e un ballo finale grottesco (durata minuti nove) con scivolone annesso. E sorvoliamo, per pietà cristiana, sul duetto che tenta di cantare AlBano e Romina addosso ai titoli di coda….

Esco. Se penso che mi avevano telefonato per tornare a vedere Avatar, mi piange il cuore….

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