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Invictus. L'invincibile

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Invictus. L'invincibile

di Mathiasparrow
8 stelle

Un Eastwood in trasferta non lo vedevamo da tempo. Pochi anni fa eravamo a Iwo Jima: quella fu una sfida particolare, perchè combattuta fra mura nemiche ma a un gioco che Clint e la sua nazione conoscono fin troppo bene. Invictus è tutt’altra storia: altro sport, altro campo, avversari imprevedibili. A spingere il cineasta così lontano da casa è la ricerca di ciò che gli è sempre interessato filmare, ovvero grandi uomini e colossali sfide. Individui ormai prossimi al tramonto che da qualche parte trovano la forza per puntare tutto su un’unica scommessa apparentemente persa. Eastwood soggiace a un po’ di retorica quando lo script glielo impone, specie durante qualche monologo, ma la sua capacità narrativa esplode nel momento in cui bisogna ricreare l’impresa sportiva in tutta la sua grandezza. Il cineasta usa la possente figura di Mandela per rimuovere lo strato di inquietudine e ostilità depositatosi sulle menti impaurite di un’intero paese, reduce da decenni infernali che la Storia documenta con sufficiente chiarezza. Eppure al regista sembra interessare più l’uomo in secondo piano, quel François Pienaar ormai dimenticato oltrepatria, principale artefice dell’evento che riabilitò le sorti del Sudafrica. Clint favorisce l’avvicinamento dello spettatore al punto di vista dell’atleta eroe, evitando in un colpo solo che il film si riduca ad una semplice cronaca degli avvenimenti e Mandela una sorta di divinità. Da Invictus non scopriremo ciò che già sappiamo sul rugby, sulla finale di Coppa, sulla vittoria e sul Sudafrica, ma gli eventi fuori campo avvenuti nella vigilia lunga un anno che portarono alla rinascita di una nazione.

Sulla trama

ben condotta, si concede qualche attimo di compiacimento per onorare il protagonista ma la cosa non influisce così negativamente.

Su Clint Eastwood

Dopo un decennio vissuto da protagonista, incontrastato dominatore, numero 1 assoluto, ricomincia senza fare il botto. Un’opera che non si colloca ai vertici della sua filmografia e potrebbe deludere chi si aspettava capolavori. "Solamente" un buon film.

Su Matt Damon

buona prova

Su Morgan Freeman

dimostra nuovamente tutta la sua bravura in un ruolo che desiderava da tempo. Eccellente.

Su Scott Eastwood

non male

Su Robert Hobbs

se la cava bene

Su Bonnie Henna

simpatica

Su Langley Kirkwood

compare pochissimo

Su Grant Roberts

particina

Su Tony Kgoroge

bravo

Su Patrick Mofokeng

si fa valere

Su Matt Stern

discreto

Su Julian Lewis Jones

buona prova

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