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The Invention of Lying - Il primo dei bugiardi

Regia di Ricky Gervais, Matthew Robinson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Invention of Lying - Il primo dei bugiardi

di zombi
8 stelle

inusuale e cattivella commediola iu-ess-ei non per niente scritta da ricky gervais, l'indimenticato autore del mitico "the office". siamo in un presente fantascientifico in cui la gente non mente, semplicemente perchè non ne conosce il significato. non esiste la parola bugia o mentire e tutti dicono esattamente quello che gli capita per la testa. un presente distopico poiché a furia di dire sempre la verità risultiamo un pò come dei baccelloni rincitrulliti incapaci di vivere felicemente. evidentemente l'impossibilità di mentire rende le persone meccanici robot senza sentimenti. le cose prendono il nome che hanno esattamente. quindi la casa di cura(al secolo ospizio) si chiama semplicemente "posto triste per persone sole senza speranza". qui mark bellinson(gervais, il nostro protagonista-eroe)ha abbandonato la propria madre(flanagan). licenziato dal suo lavoro di sceneggiatore perchè incapace di creare un film di successo dal secolo attribuitogli(il trecento) e recatosi in banca per ritirare i pochi soldi rimasti, per un momentaneo errore del sistema computerizzato, prova semplicemente a dire alla cassiera che ritira 800 dollari nonostante ne abbia sul contro solo 300. non esistendo la concezione di bugia, la cassiera confida in un errore e glieli da tutti e 800. comincia da questo momento una rivoluzione che bellison confida un giorno prenderà il suo nome: la rivoluzione bellinsoniana. probabilmente una cosa di cui non andare fieri, ma che forse aiuterebbe la gente ad essere più felici e sinceri, anche se meno onesti. ovviamente sappiamo che non è così e che la società perfetta non esiste nemmeno con l'invenzione della bugia. però bellison al capezzale della madre morente, terrorizzata di lasciare il mondo materiale per il nulla assoluto, inventa per la genitrice un mondo nel quale si è felici e si va a vivere in una splendida villa. la madre muore col sorriso e il dottore e gli infermieri vedendola andarsene così felicemente e rilassata chiedono al figlio come fa a sapere ciò che sa. in breve davanti alla casa di bellinson si forma una folla che chiede risposte e così nottetempo, sollecitato dall'amico greg(c.k.) e da anna(garner)la donna di cui è innamorato ma che non merita geneticamente, inventa l'essere immortale "l'uomo nel cielo". il corrispettivo delle varie divinità "ha consegnato a mark" delle regole scritte su due tavole tratte dai cartoni delle pizze. spassosissima la spiegazione delle regole "divine" inventate durante la notte e spassosissime anche le domande della moltitudine accorsa per avere risposte. così come sono spassosissimi i titoli dei giornali dei giorni a seguire. la cattiveria britannica si fa sentire tutta incorniciata dalla tipica bella forma della commedia americana che non fa a botte, bensì enfatizza il disorientamento. bellison diventa ricco e famoso, ma non ha ciò che vuole. grasso e brutto in un mondo in cui i belli devono procreare coi belli per creare essere geneticamente accettabili dalla società, la rivoluzione bellisoniana farà in modo di creare una falla nella mente di anna e forse in un mondo un pò più bugiardo, ma sincero(?) e felice(?). godibilissima commedia con un'anima nerissima interpretata ottimamente da un dimesso gervais e da una inquietante jennifer garner, attrice troppo sottovalutata. 

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