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Shutter Island

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Shutter Island

di trebby
10 stelle

Prima di entrare nel merito della trama bisogna sottolineare che questo è uno dei tipici film dove la Hollywood democratica manifesta tutto il proprio disprezzo ed imbarazzo nei confronti dell'America moralista, perbenista, ipocrita,razzista, borghese, reazionaria, conservatrice e patriarcale degli anni 50; l'America di Elvis Presley e del rock and roll celebrata da ''happy days'' e ''grease brillantina'' ora mette in imbarazzo l'America del politicamente corretto non a caso questo cupo noir è ambientato in quegli anni. La trama è abbastanza semplice: due agenti federali interpretati da Mark Ruffalo e Leonardo di Caprio devono compiere un'indagine in un manicomio diretto da Ben Kingsley supportato a sua volta da Max Von Siddow. Leonardo di Caprio si dimostra molto solerte nelle indagini, mentre Ruffalo un pò defilato sembra lasciargli deliberatamente le ''redini'' della situazione. Di Caprio in questo film sembra un complottista intento a sondare luci ed ombre di quell'oscuro manicomio, tuttavia lo spettatore ben presto si rende conto che lo stesso passato del personaggio interpretato dal buon Leo presenta più ombre che luci, un passato misterioso sul quale lo spettatore man mano che la pellicola procede è interessato a far luce. Lo spettatore perde interesse per le paranoiche indagini di un agente del F.B.I afflitto da manie di persecuzione, suggestioni,  paranoie, fobie eccetera per concentrarsi sull'alone di mistero che caratterizza il passato dell'agente stesso. Molte persone arrivarono adirittura a prevedere il finale, che ovviamente non oso svelare dal momento che si tratta di un notevole coup de theatre. Il protagonista all'inizio del film sembra un personaggio con la testa sulle spalle ed i piedi per terra, man mano che procede la pellicola tuttavia viene quasi ridicolizzato dagli altri personaggi, tuttavia alla fine il nostro eroe recupera il controllo della situazione. Il protagonista più che compiere un'indagine compie un viaggio all'interno della propria mente, o meglio un viaggio all'interno di una misteriosa isola dove incontra i propri fantasmi e traccia un quadro impietoso della società in generale e della psichiatria in particolare. La psichiatria intesa come fredda repressione dell'io, quando anche l'io malato ha dignità di esistere, la prichiatria come strumento di repressione e coercizione nelle mani di un potere autoreferenziale e a sua volta paranoico. Paradossalmente nelle settimane in cui questo film uscì in Italia, la tv italiana trasmise un episodio del dottor House dove il noto medico viene rinchiuso in un centro d'igiene mentale; all'epoca sia questo film che l'episodio del dottor House di cui ho appena parlato furono definiti dei ''reboot' del film di Milos Forman con Jack Nicholson ''qualcuno volò sul nido del cuculo''. La psichiatria intesa come strumento di repressione dell'individualità, le case di cura intese come prigioni per elementi socialmente indesiderati.

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