Regia di Michele Lupo vedi scheda film
La fantasia che domina questo prodottino di puro intrattenimento e tipico figlio dei suoi anni (in cui spopolavano i 'sandaloni', film in costume ambientati nelle ere remote, a carattere mitologico) è testimoniata già fin dal titolo: se nel 1963 Lupo gira Maciste l'eroe più grande del mondo, nel 1962 lo stesso regista aveva diretto Maciste il gladiatore più forte del mondo. E per di più sempre con una sceneggiatura firmata da Lionello De Felice (il primo insieme a Ernesto Guida; questo con Roberto Gianviti e con il produttore Elio Scardamaglia). E per di più ancora, ecco che nel ruolo centrale ritroviamo sempre lo stesso Mark Forest, d'altronde esperto di simili personaggi; al suo fianco ci sono anche un giovanissimo Giuliano Gemma (che in quello stesso anno compariva anche ne Il gattopardo viscontiano), Josè Greci (altro volto noto del genere) e, in una parte minore, anche Jacques Herlin, attore che Lupo spesso richiamerà nel corso della sua intera carriera (Una storia d'amore, 1970; Colpo maestro al servizio di sua maestà britannica, 1967). Per quanto la mano del regista sia leggera e i meccanismi della trama, nella loro frivola consistenza, procedano indisturbati, è abbastanza chiaro che non ci si può attendere da un film come questo molto altro che muscoli, azione e intrighi fra bellone da salvare e machi dal bicipite rigonfio: questo era sul menu e questo viene distribuito, senza infamia e senza lode, al pubblico. 4/10.
Annualmente il regno di Udor è costretto a mandare 24 vergini presso il rivale (e dominante) regno di Cafaus; quando l'eroico e nerboruto Maciste viene a sapere di questa barbara usanza, decide di intervenire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta