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Il profeta

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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La recensione su Il profeta

di Immorale
8 stelle

Francia, il giovane Malik El Djabena finisce in carcere per l’aggressione ad un poliziotto; la vita carceraria si presenterà subito dura e la sopravvivenza difficile.


Approcciandosi superficialmente alla pluripremiata opera di Audiard, si rischierebbe di rimanere delusi: i “prison movies” hanno ormai una sezione dedicata nella cinematografia mondiale ed i rapporti (in)umani tra carcerati popolano da molto l’immaginario collettivo di una buona fetta di pubblico. Ma il regista, accanto ad uno stile verista, quasi fastidioso nel suo essere privo di fronzoli, sulla vita “reale” dei derelitti rinchiusi in un carcere francese, inserisce un elemento di disturbo: il protagonista stesso (un superbo Tahar Rahim). Un apolide “in nuce”, un sognatore, un ateo che non crede in nulla ma proprio per questo crede in tutto. E quindi il panorama a strisce o triangoli, a ghirigori o circolare che caratterizza la visuale “interno/esterno” dei carcerati, per lui assume contorni ondivaghi: si contrae, si oscura, si sfalda e si adatta alle circostanze. Sognante e oscuro, come le chiacchiere del fantasma della sua prima vittima, Reyeb, che gli tiene compagnia e incentiva le sue visioni. Bistrattato e diabolico, come i torti che subisce in carcere e le articolate vendette che mette in atto. Unica pecca, secondo me, la scelta di dividere la narrazione in capitoli, con scritte in sovraimpressione (stratagemma usato anche per la presentazione dei coprotagonisti), poco congeniale alla tematica trattata. Piccolo neo, comunque, di un racconto robusto ed emozionante, che non si dimentica e ci permette, per una volta, di fare il tifo per il cattivo. Audiard riesce, infatti, nell’intento di farci provare simpatia per tutto ciò, per un personaggio alfine negativo, seppur costretto dallo spirito di conservazione e dalle  circostanze a “salire” di livello criminale. A farci provare il fascino del lato oscuro e scoprire, colpevolmente, di trovarlo bello.

Sulla trama

Carceraria.

Su Jacques Audiard

Ottima.

Su Tahar Rahim

In parte.

Su Niels Arestrup

Bieco.

Su Adel Bencherif

Tenace.

Su Hichem Yacoubi

Nume.

Su Leïla Bekhti

Prescelta.

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