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I Love Radio Rock

Regia di Richard Curtis vedi scheda film

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La recensione su I Love Radio Rock

di Decks
8 stelle

Né profondità né ricercatezza e neppure grandi riflessioni, ma questo film musicale nudo e crudo funziona benissimo così. Vi renderà senz'altro partecipi di questi anti-eroi irriverenti passando una serata a sfottere gli ipocriti benpensanti in compagnia di buon rock allo stato libero.

Ah le radio libere: ricordo ancora oggi quei tempi lontani in cui persino nel mio piccolo paesino della Toscana un gruppo di giovani con un apparecchio scassato durante le noiose e lunghe giornate estive "fondarono" (termine totalmente inappropriato) la cosidetta "Radio Palletico", che più per divertimento che per reale interesse mandava musica da un'ampia collezioni di dischi a volte graffiati e con un leggero brusio di fondo. La musica nell'estate cocente degli anni '60.

Durò quel che dovette durare, cioè meno di mezza stagione, ma il fenomeno che a malapena accarezzò il nostro stivale, fu di ben più larga importanza in stati quali Gran Bretagna e Stati Uniti.

Le radio libere si uniscono, infatti, a quella rivoluzione socio-culturale mossa dalla beat generation di Jack Kerouac, passando per il prato di Woodstock con i movimenti hippie e le varie rivoluzioni (quali quella sessantottina) importantissime per il liberalismo collettivo di oggi. Un film come questo non vuole riportarci nel passato e neppure farci riflettere su fenomeni sociologici, vuole soltanto celebrare un'epoca, ricordandoci senza impegno o voli pindarici l'importanza del rock'n'roll e della musica in generale nella cultura di massa.

 

 

Certo l'inizio non è dei migliori e non aspettatevi neppure una di quelle trame ricche di contenuto, anzi... A primo acchito e anche nel proseguire della narrazione ci si spreca nei soliti stereotipi collaudati e che tanto piacciono agli adolescenti della vita da rockstar fatta di sesso, musica e trasgressione con il classico protagonista sempliciotto e impreparato che avrà come maestri di vita questi reietti della società. Detto così non sembra essere particolarmente attraente, ma la storia a volte non è tutto e Richard Curtis ce lo dimostra perfettamente.

Scrivendo una sceneggiatura ricolma di puro british humour, arricchendo il tutto con una dura lotta tra una new generation dalla mentalità aperta contro i radical chic e gli ipocriti perbenisti dell'epoca ponendo dei personaggi scritti meravigliosamente, al punto tale che sembrano usciti da una commedia dell'arte o da un canovaccio di Moliere.

 

 

Sono loro i più riusciti, questi giullari o macchiette che si muovono in questo microcosmo della radio e del rock; morirebbero pur di difendere quest'ultimo e sono tutti divertenti e ricercati quali il radiofonico della notte altamente acculturato, l'allegro e spericolato Conte e tanti altri che fanno a gara per accappararsi il ruolo di preferito per lo spettatore. Un cast d'eccellenza inglese escluso il buon Philip Seymour Hoffman che si destreggia benissimo e rimane ben saldo nella mente come una specie di capitano rockeggiante del "Titanic"; più un indimenticabile Kenneth Branagh che interpreta magnificamente l'inglese con la puzza sotto il naso nostalgico dell'epoca vittoriana.

Insieme a loro vi è una briosa e interessante colonna sonora che potrà essere utile soprattutto ai più giovani per scoprire nuova e buona musica, il che non fa mai male dato che i brani sono tantissimi e tutti rigorosamente provenienti dagli anni '60, una vera e propria dichiarazione d'amore, la quale a dirla tutta a volte predomina un po' troppo sul proseguire della storia.

 

Guardare questo film corrisponde a non avere aspettative né per tecniche di regia né per una trama arguta e neppure per il lato storico-nostalgico alla "American Graffiti" per intenderci. Un film musicale nudo e crudo, questo è, ma come tale saprà senz'altro divertirvi e rendervi partecipi di questa emittente radiofonica composta da degli anti-eroi simpatici e irriverenti, passando così una serata senza pretese ma con un buon sorriso in compagnia di Rock allo stato libero ovviamente introdotto dal nostro amatissimo Conte, che meglio ha riassunto di me con questa recensione il vero spirito del lungometraggio:

 

"Sono le 21:00 e tutti i barbogi del pianeta seduti sul sofà, sorbiscono sherry mentre quelli che amano il rock and roll sono pronti a rockare e rolleggiare ancora una volta. Siete su Radio Rock e io sono il Conte. E conto su di voi per il conto alla rovescia all'estasi e al rock all day e all the night!"

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