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1855. La prima grande rapina al treno

Regia di Michael Crichton vedi scheda film

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La recensione su 1855. La prima grande rapina al treno

di Maciknight
6 stelle

 

Film d’avventura a tutto tondo, elegantemente confezionato e con intenti di puro intrattenimento, con humour inglese di sottofondo (anche se a corrente alternata) e diversi ingredienti interessanti e divertenti che lo arricchiscono e diversificano. Come la conversazione nel parco della villa, tra Sean Connery (che nel film è uno spregiudicato, intelligente ed abile pianificatore di rapine, che non esita a impersonare vari personaggi utili allo scopo) e la giovane moglie dell’anziano banchiere, con profusioni di allusioni sessuali, perpetuate a lungo, che lasciano di stucco rispetto al contesto ed al genere cinematografico (non certamente erotico), solo per citarne uno.

Ottima la ricostruzione dell’epoca vittoriana, vivaci le scenografie e molto raffinate le invenzioni nella trama, sia inerentemente il piano per rapinare il treno che trasporta l’oro, che per porre rimedio agli imprevisti e far fronte alle difficoltà, con alcuni veri colpi di genio, rapportati all’epoca.

Ben armonizzato il duetto con Donald Sutherland, complice di Sean Connery.

Peccato per qualche eccessiva forzatura, come l’espediente del falso inseguimento del ragazzino dentro l’ufficio della stazione ferroviaria, dove i tre impiegati presenti vengono in pratica distratti e colpiti molteplici volte da un pretestuoso comportamento maldestro di Sean Connery, forse divertente ma inverosimile, o come il volersi introdurre con un espediente nella casa del banchiere (presidiata da una decina di persone di servizio, tra cui un maggiordomo che si muove lentamente come un robot impettito) per cercare una chiave in cantina, praticamente riuscendoci solo perché scritto nel copione, nella realtà non avrebbero avuta alcuna chance.

Peccato infine per il finale, da romanzo d’appendice, dove l’eroe parrebbe voler garantire ai suoi fans un seguito della storia, come in una recita da oratorio.

Nonostante questi cedimenti di stile e di qualità, il film si segue volentieri senza annoiare, ma poteva offrire molto di più, con un poco più di accortezza nella sceneggiatura.

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