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Welcome

Regia di Philippe Lioret vedi scheda film

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La recensione su Welcome

di tobanis
8 stelle

Film francese d’essai che decolla dalla mezz’ora in poi. Prima è una storia di immigrazione clandestina, insomma la classica storia che fa fuggire la gente dai cinema, con queste persone che cercano di arrivare in Gran Bretagna, dalla Francia, in tutti i modi, e vengono beccati. In Francia, come avviene da noi in Italia, sono in definitiva di passaggio, ma anche là, come qua, non si può dire che vengono trattati poi benissimo. In Francia, ad esempio, se dai una mano a sti ragazzi, rischi grosso, in termini di giustizia. Oddio, giustizia, termine grosso, diciamo di applicazione di leggi cretine. Perché, ritengono in Francia (e anche qua), che se li trattiamo diciamo “malino”, se ne stanno a casa loro e non vengono più. Ragionamento idiota, chiaro, non provato da nessun fatto, anzi, e poi come se tutti quelli immigrati, come per magia, avessero il potere di parlare con tutti i milioni di loro concittadini, e a tutti spiegassero che no, non venite qua, che sono cattivi, e poi a casa loro dicessero “Hai sentito? Non andiamo più là, che sono cattivi! Stiamo qua a farci bombardare, o a morire di fame, o di sete, o per un morbillo, che là, invece, sono tremendi!” Insomma, un’impostazione di merda, ma che in Francia è la medesima che qua. Non sottolineo poi il fatto che proprio il continente che più, nella storia, è andato per il mondo a rompere i coglioni agli indigeni, dappertutto (o per conquistare, o per emigrare), sia quello ora ostile all’emigrazione. Come se Berlusconi sgridasse i vecchi che vanno a letto con le ragazzine. Comunque, il film. Diventa bello, molto bello. La storia parla di questo ragazzo che vuole andare a Londra, per una ragazza (!). L’unica via rimasta, gli pare, è farsi a nuoto la traversata. E dunque, per imparare, va in una piscina sulla costa francese, dove un istruttore, un po’ alla volta, si appassiona alla storia, e lo aiuta (una sera ospita il ragazzo e il suo amico, che almeno dormono su un letto e mangiano una cena, e questo in Francia è già reato!). Di più non direi, se non che tutti i protagonisti hanno le facce giuste, a partire dall’istruttore francese, Vincent Lindon, semplicemente monumentale, come interpretazione. Io sarei per un 7-8, come un po’ tutti, critica compresa, ma dovendo scegliere, direi 8, dato che è un film necessario. In Francia ha dato il via a una buona polemica; inoltre, fatto raro, è andato bene al botteghino, e grazie anche ai costi quasi nulli, è stato un bel successo, ottenendo anche vari premi qua e là.

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