Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Da ieri sera, lo dico con grande dispiacere, “The Tree of Life” si aggiunge ad una lunga schiera di (anche presunti) capolavori non amati e/o incompresi dal sottoscritto. Due ore e venti minuti circa di interminabile noia. Il tempo sembrava non passasse mai. In sala molti ronfavano sonoramente senza vergogna, altri abbandonavano sfiniti all’ennesima esplosione vulcanica. Brad Pitt, tra i produttori del film (senza la sua presenza “The Tree of Life” avrebbe visto la luce? Quanto meno con molta più difficoltà) agli occhi del regista, come attore, è una presenza (non)necessaria solo come promotore del film, se è vero che lungo tutto il corso del film viene ripreso costantemente da dietro e o di lato. Peccato. Ci potrebbe essere stato chiunque al suo posto. A Sean Penn è stato invece richiesto altro: metterci (solo) la faccia “sofferta e spaesata”. Ma per pochi minuti (inutilizzato dunque come ai tempi di “La sottile linea rossa” ): per lui, di fatto, nessun vero dialogo, solo qualche farneticante pensiero e il suo confondersi/vagare nella (meravigliosa)natura. Il risultato finale è una “palla” cosmica, ricca di risibili sermoni sul rapporto Natura e Grazia e sul senso vero della Vita in stile oratorio Don Gnocchi e degni del peggior Bonolis. La delusione è ancor più forte che ai tempi di “The New World”. Non mi riconosco nell’ultimo Cinema di Malick: la messa in scena (eccellente la direzione della fotografia) sovrasta il (non)racconto ed i personaggi, se non del tutto assenti, faticano ad emergere. Si dirà che il messaggio è potente. “The Tree of Life” è un atto di fede, nel quale però non riesco a riconoscermi. Il Paradiso, per ora, può attendere. Voto, in sintonia con il Sig.Cosulich, troppa grazia, pari a 3.
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