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Innocence

Regia di Lucile Hadzihalilovic vedi scheda film

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La recensione su Innocence

di AtTheActionPark
8 stelle

Innocence è un film di simboli e metafore. La regista Lucile Hadzihalilovic, moglie di Gaspar Noé, affronta la pre-adolescenza femminile – ovvero, il periodo compreso tra i sette anni e le prime mestruazioni -, identificandola come l’«età dell’innocenza», una fase che si interrompe bruscamente con la scoperta del sesso (e della sessualità). Il film, però, trasfigura e metaforicizza questa età attraverso toni ambigui e leggermente inquietanti: Innocence, infatti, è ambientato quasi interamente in un misterioso bosco separato dal resto del mondo, in cui, gruppi di ragazzine vivono all’interno di istituti vittoriani, sotto le direttive di un’enigmatica direttrice. L’uscita da questo microcosmo è severamente vietata – un muro le separa dal mondo esterno, come accade in The Village, dello stesso anno – così come “vago” è il loro arrivo nel misterioso istituto, all’interno di bare sigillate. Attraverso un inquietante ossimoro, la bara diventa diventa una sorta di crisalide da cui risvegliarsi: la prima delle diverse “mutazioni” che le ragazze devono affrontare durante la loro permanenza. Nell’istituto imparano a ballare (tra i pochi adulti presenti nel film c’è l’istruttrice di ballo, interpretata da Marion Cotillard), si esibiscono in un teatro per una platea avvolta nell’oscurità, giocano, litigano, fanno amicizia tra di loro. Il loro apprendimento è dettato da regole, mai troppo severe, ma sempre, ossessivamente presenti, in un’atmosfera che può richiamare Il castello di Kafka, dove un semplice gesto errato può far crollare il mondo addosso. Una volta raggiunta la pubertà, le fanciulle più grandi lasceranno l’istituto, e saranno condotte in uno più grande e moderno. Un istituto dove saranno presenti anche i ragazzi. La (magnifica) sequenza finale di Innocence ci illustra proprio la scoperta dell’”altro” – definito nella sua accezione sessuale – da parte di Bianca, la più grande tra le ragazzine del film. In questa scena fortemente simbolica (si svolge all’interno di una fontana, dove la ragazza accarezza il gettito d’acqua) avviene la perdita definitiva dell’innocenza: la mutazione continua.

 

Una piccola nota a margine: ringrazio lorebalda per avermi fatto scoprire questo film, e spero in una sua futura opinione!   

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