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Léon Morin, prete - La carne e l'anima

Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film

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La recensione su Léon Morin, prete - La carne e l'anima

di alan smithee
9 stelle

J.P. MELVILLE

Durante l'occupazione tedesca della Francia, in pieno Secondo Conflitto Mondiale, Barny, una vedova atea e marxista decide, per puro sprezzo delle regole religiose, di mettere in difficoltà uno dei giovani preti della canonica del paese e, scelto a caso Léon Morin, si reca presso il suo confessionale per creare scompiglio e scandalo con le proprie rivelazioni. Non solo tuttavia il prete non reagisce alle provocazioni, ma sa tener testa così bene alla donna che quest'ultima ne rimane affascinata sino all'infatuazione, e di conseguenza sino a maturare una coscienza religiosa che la avvicina ai dogmi e la conduce ad una sorta di conversione.

Anche l'intesa del prete con la figlia bambina di Barny, battezzata per evitare soprusi legati al fatti che il padre era di origini ebree, risulta perfetta e tra i tre si instaura un rapporto quasi familiare che induce da una parte a creare attimi di spensierata serenità, ma non esclude nei due adulti anche riflessioni serie circa l'evoluzione del rapporto tra l'uomo e la donna.

Jean-Paul Belmondo

Léon Morin, prete - La carne e l'anima (1961): Jean-Paul Belmondo

Jean-Paul Belmondo, Emmanuelle Riva

Léon Morin, prete - La carne e l'anima (1961): Jean-Paul Belmondo, Emmanuelle Riva

Emmanuelle Riva

Léon Morin, prete - La carne e l'anima (1961): Emmanuelle Riva

Conosciuto anche in Italia col titolo La carne e l'anima, Léon Morin è uno dei film più riusciti e forse anomali nella filmografia di Melville: coraggioso, anticipatore di tematiche scottanti come la discriminazione sessuale e l'intolleranza verso i diversi, vitale e pieno di ritmo che la voglia di sopravvivenza e il confronto tra due mentalità che più opposte non si potrebbe pensare, ispira ed alimenta, il film del grande realizzatore francese è sorretto dalle interpretazioni magistrali dei due protagonisti: Jean-Paul Belmondo, affascinante più che mai, moderno e comprensivo, tollerante e spiazzante nella tranquillità dei gesti che corrispondono al proprio modo di affrontare le difficoltà, anche quelle più spiazzanti; Emmanuelle Riva, incantevole, ribelle ma in fondo dolce e romantica, resa ostile e diffidente dalle impervie condizioni di vita e dalle immani sofferenze di una vita sempre troppo vicina al campo di battaglia, alla rappresaglia nemica, all'agguato degli invasori nazisti.

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