Regia di James Gray vedi scheda film
Manhattan non è mai stata così vicino a Parigi. La notte di Leonard (un grande Joaquin Phoenix) sulle scia della dirimpettaia Michelle (l'affilata Gwyneth Paltrow) ha il sapore agrodolce della capitale francese. La poetica fotografia di Baca-Asay spalanca una finestra malinconica davanti al giovane protagonista, promesso sposo tormentato e fragilissimo. Sandra (una sensuale, sorprendente Vinessa Shaw sottopelle) lo aspetta con limpida semplicità e tifo familiare, ma Leonard "brucia" per l'ambigua Michelle che, a poco a poco, lo avvolgerà in una trappola "mortale".
Il soggetto più consumato del mondo, il triangolo amoroso, diventa una storia cupa e struggente nelle mani di questo talentuoso quarantenne cineasta del Queens. Grazie alla messa in scena che immerge il protagonista in un sofisticato clima quasi noir, il film incrocia con originalità l'indagine psicologica, il romanzo di formazione, il nichilismo e il romanticismo. ll bellissimo viso di Michelle nascosto dai capelli (nella scena di sesso con Leonard) o la decadente terrazza sopra il loro palazzo sono quadri perfetti, bolle oniriche sospese nel tempo.
Lo sguardo passionale del giovane - ultratrentenne affetto da disturbo bipolare - cui l'occhio del regista si accosta, guida un abbagliante iperrealismo che mostra l'assonanza di simboli e spazi. Quando la macchina da presa scorre sulle vetrate del ristorante, s'innalza sul soffitto della hall (che inquadratura mozzafiato!) o cattura la luce sul tavolo da pranzo, penetra il sottile strato delle cose e delle parole ad esse legate mostrando ciò che si cela oltre il confine degli inganni quotidiani. La madre di Leonard, un'Isabella Rossellini discreta ma assai incisiva, sigilla il melodramma con una memorabile scena in cima alle scale
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