Regia di Ari Folman vedi scheda film
VOTO 7/8 IPNOTICO (Tv 4 Maggio 2011)
Bashir rappresentava per i falangisti, quello che per noi era David Bowie...
Il pretesto della rimozione dei ricordi è il motore narrativo di questo film-documentario, duro e ipnotico, iniziato come dramma personale/autobiografico ma concluso con la denuncia di uno degli eventi più deplorevoli del secolo scorso. Sabra e Shatila sembra marginale ma invece all'improvviso irrompe, colpendo ancora più in profondità la coscienza dello spettatore. Il personaggio chiave a quel punto perde la sua importanza di guida, si mette da parte di fronte alla Storia e le immagini di repertorio investono drammaticamente i nostri occhi e le nostre anime. Questo, bisogna dirlo, è raggiunto sì attraverso la scelta della denuncia civile, ma anche con l'uso spettacolare e completo di una messinscena mista, vero fluidificante del racconto. Un intreccio semplice e come mai in questo caso, accompagnato dalla consistenza della tecnica espressiva (favolosi gli intermezzi musicali, mi piace ricordare This is not a love song dei P.I.L.) crea le basi per una pellicola impegnata e intelligente e quello che più colpisce cinematograficamente potente. I palmi bianchi delle mani, continuamente mostrati da un carrista israeliano in segno di imbarazzo, di fronte alle accuse di non essersi accorto del massacro dei profughi palestinesi, sono difficili da scordare, una delle scene chiave del film, preludio del simbolico finale.
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