La recensione su Death Race

Un action al cardiopalmo con trama, musiche ed effetti speciali che inchiodano lo spettatore alla poltrona per quei 105 e rotti minuti di durata adrenalinica del film. Paul Anderson ha sì le idee molto chiare su come dirigere questo capolavoro (oramai considerabile un cult) di fantaaction dal retrogusto volitivamente gore, musiche veloci, trama ed ambientazioni aggressive, suggestiva scenografia ed effetti speciali nella prigione di massima sicurezza che da' casa ad assassini, stupratori e autori di reati violenti di ogni tipo nella quale si svolge questa storia all'insegna della velocità e della suspense.

Il sistema penale degli Stati Uniti infatti invia presso questa struttura il peggio del peggio...ed alcuni di questi loschi individui, sono abili al volante per cui vengono messi a gareggiare (premio la liberta') in una serie spietata di sanguinose e spettacolari competizioni (trasmesse solo on web e a pagamento). Tutto inizia con l'aggressione domestica di un ex pilota, Jensen Ames (Jason Statham), che ritiratosi da una carriera promettente sui circuiti automobilistici per dedicarsi alla moglie e alla figlia ancora molto piccola, lavora come operaio alla giornata nei cantieri. Dopo essere stato colpito alla testa ed avere perso i sensi, Jensen si risveglia ritrovando la moglie morta e della bambina invece piu' nessuna traccia...Non ha il tempo di riuscire a realizzare sull'avvenuto che viene arestato e condotto in una struttura di massima sicurezza la cui direttrice (una Joan Allen gia' apprezzata in altri capolavori del genere come "Face off" del 1977, nel quale interpreta al moglie di John Travolta), lo costringe a competere nei panni di Frankenstein, l'ex campione dello spettacolo di corse, morto bruciato nella sua auto durante uno scontro in finale. .

La donna, spietata e totalmente priva di scrupoli, nonostante i primi rifiuti lo riesce a convincere..per cui Jensen indossera' la tenuta del pilota con una maschera di ferro che nasconde il suo vero volto e gareggera' con una formidabile Mustang V8 Fastback (equipaggiata con armi e trappole di ogni tipo) ed affiancato da una bellissima navigatrice, Case (Natalie Martinez) anch'essa proveniente da una struttura di detenzione e già navigatrice del precedente Frankenstein

Tra i vari interpreti della coinvolgente pellicola segnalo il tatuatissimo Robert LaSardo ( Hector Grimm, il "tristo mietitore") che sara' successivamente interprete del geniale "Anarchy Parlor" (a regia di Kenny Gage e Devon Downs) nel quale l'attore interpreta un tatuatore: originale, fascinoso ma di quel fascino cattivo che sai che non ti puoi fidare (vedi la scena di quando una delle ragazze riesce a sfuggirgli ma in un vicolo viene inseguita da un'orda di brutti ceffi..e poi..ma non continuo,no, è un film da vedere senza spoiler)..Poi l'idea dei ritratti su pelle (che ricorda ma non copia il bellissimo Tattoo del 2002).

Insomma (evito di divagare in altro) "Death race" non è solamente un film avvincente, ma ha dato anche il "la" ad altri registi nel dirigere pellicole di adrenalina scegliendo come protagonisti gli interpreti di questo capolavoro dell'action. Consigliatissimo: per me da 5 stelle

assolute.

..e buona visione.