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30 giorni di buio

Regia di David Slade vedi scheda film

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La recensione su 30 giorni di buio

di BobtheHeat
4 stelle

Al cinema e' ancora una volta tempo di vampiri. La novita' e' che in "30 giorni di buio", non hanno a disposizione una sola notte per imperversare in lungo e in largo ma ben un mese intero. Il film, infatti, e' ambientato in Alaska, nella piccola localita' di Barrow, avvolta in inverno dalle tenebre (di punto in bianco...) per appunto 30 lunghissimi giorni. Arrivati in citta' all'improvviso e velocemente, quasi fossero degli alieni, i nostri troveranno sulla loro strada ben pochi ostacoli: gli abitanti della citta', animali da slitta compresi, non avranno scampo: fatta eccezione per un piccolo gruppo, guidato dal giovane sceriffo Eben, i quali riusciranno inizialmente a nascondersi sino al fatidico scontro finale. "30 giorni di buio" e' dunque un film che rimanda, nella sua costruzione, ai film di Carpernter (e dunque alla "trilogia del dollaro" di Howard Hawks) e chi ama il genere horror, avra' che da divertirsi, quanto meno nella parte iniziale. I primi venti minuti, quando ancora i famelici vampiri operano nell'ombra, sono infatti asciuttti ed efficaci. L'ambientazione in Alaska funziona alla grande: le immagini della fredda cittadina, avvolta nel bianco della neve e nel grigio plumbeo e minaccioso del cielo prossimo al buio piu totale, sono visivamente molto interessanti, grazie all'ottimo lavoro del direttore dedlla fotografia. Il regista pero', commette l'errore di mostrarci i nostri super vampiri, dalla forza sovraumana, troppo presto: e cosi' facendo, nonostante l'efficacia del make-up, spreca l'occasione di riuscire a mettere veramente i brividi agli spettatori e di mantenere alta la tensione. Da sempre sappiamo che (come gia' insegnava Kirg Douglas nel "Il Bruto e la Bella" di Vincent Minnelli: ma si puo' pensare anche al "Il bacio della pantera", ovviamente quello di Jacques Tourneur ) e' di cio' che si muove nel buio e non si conosce, di cui abbiamo piu' paura. Se questo fosse accaduto anche questa volta, gli spettrali vampiri, con il viso deformato e lo sguardo allucinato peggio e piu' di Marilyn Manson, il film ne avrebbe molto guadagnato. Ovviamente anche la ripetitivita' delle situazioni, con i superstiti che si nascondono e poi vengono continuamente (e ingenuamente) ritrovati, non aiuta e non regala grandi sorprese. A rompere la monotonia di questo schema cosi' piatto, nulla puo' neanche il "sex appeal" del giovane sceriffo, quel gran pezzo di "figluiolo" di Josh Harnett, salito alla ribalta nel recente passato grazie a "Slevin" e "The Black Dalhia", saggiamente caratterizzato non secondo il consueto stereotipo dell'eroe senza paura. Come e' inutile che il film spinga l'acceleratore sul livello delle varie efferatezze. E cosa dire del finale? Qualcuno lo potra' trovare anche romantico, per carita': ma ai piu' risultera' risibile. Probabilmente alla regia del film ci sarebbe voluto il miglior Sam Raimi: con lui a dirigere le fila, "30 giorni di buio" avrebbe avuto almeno un paio di marce in piu', una scansione temporale ben piu' tesa ed avvincente. E ancora, ci sarebbero stati molti meno buchi temporali, maggiore ironia; e anche le citazioni horror (es. la scena della bambina, che rimanda alla "Notte dei morti viventi") avrebbero messo molta piu' paura. Ma purtroppo, Sam "Spiderman" Raimi si e' fermato solo alla produzione. Voto: 5

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