Espandi menu
cerca
In questo mondo libero...

Regia di Ken Loach vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FilmTv Rivista

FilmTv Rivista

Iscritto dal 9 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 242
  • Post 80
  • Recensioni 6309
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su In questo mondo libero...

di FilmTv Rivista
6 stelle

In questo film dal titolo sarcastico c'è qualcosa che mi sembra inoppugnabile: la sua forza trainante è Angie, la protagonista. L'ha inventata lo sceneggiatore Paul Laverty dopo una lunga inchiesta sul campo. L'ha messa in immagini e diretta il settantenne Ken Loach, coerente con la sua lucida rabbia in corpo che, dopo l'ingresso nell'alta età, si è tinta di pessimismo. (Spesso, però, un pessimista è soltanto un ottimista più informato degli altri). L'ha impersonata la sconosciuta Kierston Wareing (1975) che, se non fosse stato per la Blanchett di Io non sono qui, probabilmente avrebbe vinto la Coppa Volpi alla 64ª Mostra di Venezia: la sua è un'esemplare recitazione in "full immersion", per empatia. In ogni modo l'avrebbe meritata. E se la sua forza fosse anche il limite del film? Molti tra i critici/spettatori del Lido l'hanno insinuato. Non sono d'accordo. Nell'hinterland di Londra Angie è una trentenne ragazza madre (figlio di 11 anni) che tracima energia passionale, capacità imprenditoriali, ambizioni frustrate. Decisa a mettersi in proprio con un'agenzia semiclandestina ed esentasse di collocamento per lavoratori neocomunitari o extracomunitari, s'associa all'amica Rose, più colta di lei ed esperta di amministrazione. Tipico prodotto dell'era liberista di Mrs. Thatcher, si arricchisce sfruttando i lavoratori precari. Quando Rose glielo rinfaccia, replica: «Lo fanno tutti». Quello di Loach non è un altro film sull'immigrazione. Tema centrale è il lavoro saltuario, a termine, (flessibile) nel mondo della "deregulation" e della globalizzazione. Il sistema delle agenzie di reclutamento, l'uso degli appalti, fornitori esterni, lunghe catene di contratti a termine nasconde e facilita una nuova forma invisibile di schiavismo in cui sono puniti per legge i lavoratori, costretti a chinare la testa a bocca chiusa, non chi li sfrutta. Laverty e Loach non giudicano Angie, così amabile e spietata, ma il sistema in cui prospera. Infine In questo mondo libero... è anche, in suo figlio Jamie, un racconto di formazione che apre uno spiraglio sull'avvenire. Musica funzionale di George Fenton, basata sulla viola e il sax.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 40 del 2007

Autore: Morando Morandini

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati