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Import Export

Regia di Ulrich Seidl vedi scheda film

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La recensione su Import Export

di zombi
10 stelle

il film di seidl è di quei film che ti fanno dire: "che bello il cinema anche se racconta cose orribili", anche se non sembra cinema per come lo intende la parola intrattenimento che di solito lo accompagna. da canicola, visto anni fa e che non mi era piaciuto, non avevo più visto nulla di seidl. e come? è più arrivato nulla nelle nostre sale?... me n'ero dimenticato. poi la trilogia paradies, di cui ho solo letto e sentito, ha di nuovo accostato alla mia mente, il suo nome con sesso vero, non mimato, insomma scandalo da festival... cose così. poi arriva fuori orario(dio l'abbia in gloria) e questo import/export e si aprono le porte del capolavoro. si perchè import/export è uno di quei film che creano immagini splendide quasi dal nulla, da una parete giallastra(fotografia di ed lachman e wolfgang thaler) di una casa di cura dove olga(rak, strepitosa) pensa a casa sua, a sua madre e a suo figlio, mentre nella camerata femminile una vecchina rincoglionita dalla demenza continua a far schioccare la lingua e a ripetere frasi o parole senza(?) senso e la parola tot(morte), mentre una sua vicina di letto chiede per piacere a qualcuno di portarla dalla sua mamma.... la sua amata madre, morta chissà quanti anni fa... prima lo chiede a sant antonio e poi lo chiede a olga... le dice che la ricompensa per questo aiuto sarà inestimabile, nei cieli... questa è una di quelle scene che scatenano un groppo in gola che non scoppia e rimane lì e ti strozza. commercio, poco solidale, se non nel senso che ti do soldi(stipendio)in cambio di un lavoro che in ukraina c'è anche, ma manca quasi del tutto il suo corrispettivo che smuove tutto. il vil denaro.... e poi perchè vile?... è forse la pistola ad essere crudele, violenta ed omicida? non sarà forse la mano di chi lo gestisce quel denaro ad essere vile?.... dagli ex coloni, proprietari terrieri feudali, piccola borghesia del film di ghose "l'autunno della fame", alla stronza borghese che dà un ottimo lavoro ad olga tutto spesato, che la fa dormire in lavanderia, le vieta di far divertire i suoi figli e le fruga nella sua roba e poi la licenzia perchè "io ti assumo, io ti licenzio, in questo paese funziona così". questo subdolo colonialismo nell'europa dell'est, in quella catastrofe lasciata dalla caduta della dittatura del comunismo sovietico, che importa materiale umano per i nostri lavori che non riusciamo più a fare. seidl è bravissimo nello svelare il razzismo insito dentro ognuno di noi, sempre pronto ad uscire più o meno violentemente, come nel caso dell'infermiera professionale  che perseguita olga perchè è bella, perchè è bionda, perchè è venuta qui a prendersi un marito da spennare. e olga tace e pazienta. non reagisce e si aggira per le stanze e i corridoi di quella casa di cura, come una sorta di santa in attesa. ma non è santa, è solamente una ragazza che al suo paese non veniva pagata per il lavoro che faceva(infermiera)e si è dovuta arrabattare per guadagnare. per mantenere se stessa, il figlioletto e la madre. dall'esibire il proprio corpo, porzioni, di fronte ad uno schermo di computer con uno stronzo che le urla in una lingua che ancora non conosce, di avvicinarsi allo schermo per vederle meglio il culo, di aprirsi le chiappe e di infilarsi un dito in culo... un'altra di quelle scene che forse solo seidl è in grado di ricreare. fin comico, con olga che si da da fare ad atteggiarsi a troia(rak, strepitosa), come la desiderano, ma che non capendo le "esigenze" del cliente-spettatore viene insultata(in una lingua che ancora non capisce)e il demente isterico con la carta di credito che scala come un tassametro, che le urla che non gliene frega un cazzo della sua faccia, che vuole vedere che s'infila un dito nel culo.... il poster poi dice altro. se l'occidente importa viene internet porno a prezzi ridotti, non esportiamo videogiochi e macchinette distributrici vecchie e desuete... tutto grasso che cola per quei posti. pauli e il suo patrigno michael fanno viaggi in est europa in furgone. pauli non lavora, ne ha provati tanti, ma forse ha anche poca voglia. ha frequentato un corso per imparare ad affrontare i colloqui,  e il loro motto è ADULAZIONE, OSSEQUIOSITA'-DEFERENZA. oramai devi pregare per avere un lavoro, perchè c'è talmente tanto materiale umano che la svalutazione regna sovrana. via tu, ce ne sono dieci che aspettano. ed è con una semplicità disarmante che seidl e veronika franz(co-sceneggiatrice)ci dimostrano il potere dei soldi. in una stanza d'hotel, michael è con una ragazza nuda. vuole insegnare a suo figlio(insiste a presentarlo come tale)il potere dei soldi. non s'intendono, ma attraverso gesti e versi michael mostra alla ragazza cosa lui vuole da lei. mostrare l'ano, abbaiare, coricarsi sulla schiena e muovere le gambe come se andasse in bicicletta. non è nemmeno sesso. michael si tira fuori l'uccello, la ragazza si accinge a succhiarglielo, ma non succede niente. quindi non è sesso, è il potere del soldo. il potere di ciò che il potente vuole che il sottoposto retribuito faccia. "io pago, tu esegui". finisce con una ripresa fissa della camerata femminile della casa di cura con la vecchina demente che ripete i suoi mantra che terminano immancabilmente con la parola tot(morte). la sua vicina di letto chiede silenzio e lei schiocca la lingua e dice "tot". un occidente vecchio e grottesco, come gli anziani della casa di cura truccati per la festa. un occidente triste, benestante ma non più come prima, comunque insoddisfatto. assolutamente da vedere e ricuperare.

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