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The Ice Harvest

Regia di Harold Ramis vedi scheda film

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Stefano L

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La recensione su The Ice Harvest

di Stefano L
6 stelle

Risultato immagini per The Ice Harvest (2005)

 

«I killed him for money and for a woman. I didn't get the money... and I didn't get the woman». Questa è la frase emblematica che apre il classico “Double Indemnity” e può essere usata per riassumere la trama di “The Ice Harvest”: l’avvocato Charlie Arglist (John Cusack) e il suo braccio destro Vic Cavanaugh (Billy Thornton) rubano due milioni di dollari al gangster Bill Guerrard (Randy Quaid), organizzando una fuga da Wichita. Charlie vorrebbe portare con sé l’avvenente Renata (Connie Nielsen), gestrice di uno strip club del luogo. Le strade però sono ghiacciate e il piano fallisce. Guerrard, intanto, è sulle loro tracce, e ha una voglia tremenda di ridurli a brandelli… Questo noir di Harold Ramis (impegnato in un genere atipico per lui) ha tutti i numeri per ingraziarsi lo spettatore: Cusack recita in sottrazione un personaggio bieco e controllato; Thornton denota un atteggiamento sfacciato e privo di ogni etica (le turpitudini a cui si attinge non hanno limiti). Uno paranoico seppur mite, l’altro burrascoso e sfrontato. La combinazione si regge dignitosamente: le derive grottesche sfociano in scenari d'avidità, tradimento, lussuria, repressione sessuale e, ovviamente, violenza esplicita, la quale non cela nemmeno degli scioccanti picchi gore. La performance della Nielsen si avvicina invece alla famosa sagoma della femme fatale, e non guasta affatto. Sicuramente rilevante anche il paesaggio rurale del Kansas: triste e glaciale, benché assurdamente attraente nel desolato, limaccioso fascino. E forse la città di Wichita fa da vera protagonista: all’apparenza si presenta quale un ricettacolo di gente per bene; in realtà sotto la superficie si manifestano i più brutali istinti della comunità. Non a caso la scritta (presumibilmente insensata) che compare sul muro della toilette dice: “As Falls Wichita, So Falls Wichita Falls”. Wichita precipita come le sue cascate. Il denaro e le donne contano maggiormente rispetto a quell’atmosfera di pace e tranquillità che dovrebbe appartenere al periodo natalizio (un messaggio non proprio filigrana attinente al delirio consumistico delle festività). Ad affermarlo è il rocambolesco Pete, impersonato da Oliver Platt. Con questa sortita l’intreccio va in esacerbazione, dilungandosi eccessivamente nella parte riguardante l’incessante ubriacatura; un segmento sinceramente ampolloso e sfiancante, il quale espone la chiara incompiutezza dello script, grezzamente rattoppata con degli svilenti riempitivi (la figura del ventenne geloso della ballerina era ugualmente necessaria?). Gli imprevedibili, efferati risvolti terminali, orchestrati dai criminali interpretati da Quaid e Mike Starr (Roy), pervengono comunque a mantenere un bilancio intelligente fra il dramma e una già menzionata satira politicamente scorretta. Non è una commedia e appaiano delle evidenti grossolanità nel testo, ma “The Ice Harvest” marca indubbiamente l'opera-testamento del grande Ramis.

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