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Cuori

Regia di Alain Resnais vedi scheda film

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La recensione su Cuori

di ROTOTOM
8 stelle

Parigi, capitale dei cuori infranti. Del romantico decadere dei sentimenti. Il destino di un’umana varietà di individui per un attimo si incrocia in storie parallele, storie di disillusione e disincanto, di sogni e dolore. Esseri umani che pulsano come cuori all’interno di palazzi grigi, il pulsare attutito dalla neve che incessantemente cade ricoprendo tutto e formando una sorta di barriera tra i sentimenti dei protagonisti. Il film infatti si dipana tutto in interni, a parte l’unica scena iniziale dove l’inquadratura veleggia sulla Parigi imbiancata, silenziosa e letteralmente precipita all’interno di un palazzo, un corpo qualsiasi al cui interno pulsa l’uomo, cuore della storia che inizia. Resnais sceglie un registro leggero da commedia per questa pellicola di solitudine, in cui i protagonisti cercano in tutti i modi di entrare in comunicazione o quantomeno in contatto con l’altro, senza riuscirci. Il tempo moderno non permette queste cose, i lemmi comunicativi sembrano non comuni e delegati a mezzi che con l’uomo hanno a che fare in maniera secondaria. La passione che sboccia grazie ad una cassetta videoregistrata, gli incontri concordati su internet o su annunci. Il riconoscersi grazie ad un fiore strategicamente posto sul bavero della giacca. Un vestito da demone del sesso che mette d’accordo una pia donna votata al sacrificio verso i deboli e sfortunati e un difficile paziente immobile a letto. REsnais semina questi mezzi per tutto il film, facendo incontrare, sfiorare, passare attraverso i reciproci sentimenti i suoi attori, sempre rinchiusi all’interno di appartamenti, luoghi costrittivi e condizionati dalle regole, geometrie, prassi. Personaggi che non si toccano mai, non riescono a comunicare e si allontanano delusi. Il tutto scandito e sottolineato dall’incessante nevicata che fa da cornice alle situazioni allestite entro i confini predefiniti degli alloggi, come dipinti immobili le cui storie sono colori di quadri naive, separati da contorni ben delimitati. Quando finalmente un po’ coraggio avvicina le mani di due persone sole, quando avviene il contatto ecco che la neve irrompe in tutto il suo ovattato spessore dentro casa, sui corpi, penetra nel palazzo corpo e si deposita sui cuori gelando qualsiasi ulteriore velleità sentimentale. Immediatamente i cuori che per un attimo pulsavano all’unisono, tornano alla loro solitaria cadenza, perdendosi in quella neve invasiva e protettiva al tempo stesso. Protegge la solitudine dalla disillusione, dal pericolo di una storia che finisce male, anestetizza i sentimenti e preserva dal rumore del fallimento, i personaggi hanno una terribile paura di soffrire ma al tempo stesso hanno voglia di lasciarsi andare, senza sapere bene come fare. Hanno una doppia anima, un doppio fondo segreto a cui attingono in caso di bisogno di esprimersi. Come la videocassetta che dà il via a tutta la storia, la quale contiene un video Normale, una rappresentazione della normalità immediatamente riconoscibile, ovvero la parte pubblica e urbana della persona ma che nella parte finale mostra la parte sordida, vera e nascosta in uno spogliarello hard proprio della persona proprietaria della cassetta stessa. Unico mezzo per vincere l’incomunicabile, il non accettabile pubblicamente. Incomunicabilità esorcizzata con la tecnologia che allontana la responsabilità di un primo passo, di una presa di posizione chiara, di una direzione ben precisa. I mezzi di comunicazione classici infatti non funzionano più, effetto sottolineato dalla Morante che brucia le lettere dell’ormai ex fidanzato che conosce tramite annunci una nuova donna e che ha il proprio doppio fondo nel confidare la propria vera natura ad un barista di hotel, uno sconosciuto. Oppure un bacio rubato, goffo e dolcissimo nella sua spontaneità frutto dell'unica vera passione che sgorga libera ma subito castrato dalla reazione isterica e compulsiva della pudibonda(falsa) destinataria. E’ circolare la storia raccontata con grande garbo da Resnais, entomologico teatro filmato con agrodolce umorismo, umana pietà e grande rispetto e amore per le solitudini di tutti, in cui inevitabilmente tutte le possibilità aperte si chiudono riportandoli al punto di partenza, un po' più tristi e disillusi, dominati un po' dal destino un po' dalle gabbie che si sono scelti, gli appartamenti dai quali cercano di sfuggire cercando altri appartamenti, locali labirinto. Così come i cuori sono ingabbiati nella gabbia del corpo i personaggi del film vorrebbero fuggire dalle loro gabbie urbane per donarsi ad altri cuori simili. Inutilmente, i cuori restano soli e anche i doppifondi timidamente svelati prontamente si richiudono timorosi di una natura a loro stessi incomprensibile, attutita dala neve che si posa incessantemente su ogni cosa, come l'effetto neve di una videocassetta senza più immagini che reca solo la scritta "fine".

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