Regia di Howard Hawks, William Wyler vedi scheda film
Nelle foreste del Wisconsin un imprenditore sacrifica l’unico amore della sua vita per diventare ricco e potente. Qualche anno più tardi incontra la figlia della donna da lui abbandonata e ne rimane affascinato. Ma si rassegnerà al tramonto delle illusioni. Iniziato da Howard Hawks e proseguito da William Wyler, il film rappresenta una sorta di summa involontaria dei temi di quelli che furono due fra i più grandi «artigiani» di Hollywood. Il melodramma dai contorni netti e precisi di Wyler e quello un po’ più torbido di Hawks si fondono a creare una vicenda dalla bella struttura classica che pur avendo una trama da romanzo d’appendice, ha un andamento del tutto estraneo al meccanismo del polpettone strappalacrime. Da ricordare la sequenza dello zucchero caramellato, un piccolo gioiello di romanticismo divertito (singolare come lo zucchero venga servito per evitare una scena melensa...). Ottimo il cast, nel quale spiccano il fordiano Brennan, premiato con l’Oscar per il miglior attore non protagonista; e Francis Farmer, la prima martire di Hollywood, qui alle prese con un doppio ruolo antitetico (l’entreneuse e la giovane ingenua).
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