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Monamour

Regia di Tinto Brass vedi scheda film

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La recensione su Monamour

di mmciak
2 stelle

"Monamour" diretto nel 2005
da Tinto Brass,devo dire che
è inguardabile.

La storia si svolge a Mantova dove una coppia
di coniugi Marta e Dario,sposati da 6 mesi,
sono lì per un Festival che deve partecipare
quest'ultimo.

Ma Marta ha il problema che con il marito
non raggiunge l'orgasmo e la trascura,
ha anche un diario
dove scrive tutte le sue avventure.

Perà un giorno in una galleria d'arte incontra
Leon e tra loro scoppia la passione.

Il Film e liberamente ispirato
al romanzo "Amare Leon" di Alina Rizzi,
ed è l'ennesimo e per adesso l'ultimo lavoro
di Tinto Brass che prende i titolo del libro
(amore mio in lingua francese)
e lo miscela con il vocabolo
dialettale veneto mona (vagina)
e il francese amour (amore),
e lo fa dire quasi in continuazione ai protagonisti.

Questo è il primo lavoro
che il regista lo gira in digitale,
e ci mette tutto il peggio
che può fare compreso le sue
inquadrature tipiche come
il fondo schiena della donna
(a livelli e forse di più a "Così fan tutte"),
la donna sul water e l'esaltazione del tradimento
femminile come potente afrodisiaco per la coppia
arrivata già alla monotonia.

Io scrivo,ma sono un estimatore del Cinema
di (Zio in modo affettuoso) Tinto Brass,
però dopo la visione ti viene lo stesso pensiero marcato
quando ho visto "Fallo!" che è questo:

"Ma perché invece di fare i Film erotici
a sfondo artistico non si mette a far l'Hard
Core?Guadagnerebbe di più,e poi qualche suo collega
come Joe D'Amato l'ha fatto".

Dico questo perché questo suo lavoro come il precedente
non ha ne capo ne coda,e sulla falsariga de "La Chiave",
per via del Diario,ci mette come protagonista la splendida
Anna Jimskaya,però meglio che resta zitta,e per questo
il regista la fa girare nuda tutto il tempo,con dialoghi
imbarazzanti,e sembra di assistere a un Film al limite
dell'Hard per delle scene esplicite che non hanno
niente a che fare con il nudo artistico.

Non c'è molto da dire per questo Film
che è il  peggio del peggio di Brass,
per la durata di 97 minuti per un Festival
di fondo schiena e doppi sensi e sensi espliciti,
dialoghi e situazioni da Hard Core che
ti sorprendono perché Brass l'ha sempre
almeno accennato.

Nel Cast figurano anche:

Riccardo Marino- Max Parodi e Nela Lucic.

Mentre invece nel reparto tecnico segnalerei
la Fotografia di Andrea Doria soprattutto
in interni che è la cosa migliore di tutto il
complesso.

In conclusione un Film inguardabile,
prevedibile e approssimativo,
che mente lo vedi ci credi che ha
avuto problemi distributivi perché nessuno
ha avuto il coraggio di diffondere questo
guazzabuglio senza ne capo ne coda,
inverosimile e con un umorismo
involontario e volontario e ti confondi
le cose,con un messaggio esaltante che:
"il tradimento femminile è un enorme
afrodisiaco per la coppia
arrivata già alla noia e alla monotonia".

Ma ti chiedi dopo la visione come abbia fatto
un regista,una volta arrabbiato,a cadere così
in basso,poi se realizzava qualcos'altro l'avrei
più accettato,ma così....mi viene da dire:
"e meglio che Zio ti dai all'Hardcore!".

Il mio voto: 1.

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