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20 centimetri

Regia di Ramón Salazar vedi scheda film

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La recensione su 20 centimetri

di effemme
6 stelle

Un titolo che non lascia spazio al dubbio! La misura è quella dell’organo maschile del/della protagonista, la transessuale Marieta, nata in Adolfo, che sogna l’operazione che può cambiarle la vita, che convive con un nano tanto pieno di idee balzane quanto sfortunato nella loro realizzazione, che intrattiene rapporti sessuali con un affascinante scaricatore di frutta e verdura ma assai passivo nel momento del ‘dunque’.
In un circo di nani, ballerini, maestre di musica, anziane prostitute, donne grasse, vecchie aristocratiche il regista Ramón Salazar, al suo attivo un lungometraggio Piedras ed un pluripremiato cortometraggio Bongos, sceglie di non accentuare il tono già di suo grottesco della narrazione con una regia estetica e ricercata, optando per una conduzione sottotono quasi melanconica di attori, scenografie e luci. Gli unici balzi Salazar se li concede nei divertenti intermezzi musicali – miscelando successi internazionali di varie epoche e nazionalità come Parole, Quiero ser santa, True Blue, Las ratonas, I Want to Break Free - ispirati alla grande tradizione del musical classico hollywoodiano con Fred Astaire e Ginger Rogers, Elvis, Marisol, Cyd Charisse o Judy Garland e coreografie a metà strada tra i numeri musicali di Carmen Miranda e le composizioni di corpi femminili utilizzati come strutture per comporre giochi geometrici e concentrici di Busby Berkeley. Il film deve moltissimo all’eclettica interpretazione della protagonista, la brava Mónica Cervera, attrice dal volto almodovariano – gemella di quella Rossy Di Palma qui presente in un breve cameo -, già vista in Crimen Perfecto e protagonista delle precedenti opere del giovane regista spagnolo.
Un mondo di freaks, di malinconici outsider, di dignitosi disperati stanchi di tirare a campare, di sopravvivere, in cerca di quel riscatto sociale, professionale, sessuale che significa finalmente vivere.

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