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Good Night, and Good Luck.

Regia di George Clooney vedi scheda film

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La recensione su Good Night, and Good Luck.

di ROTOTOM
8 stelle

Grande film, questo di Clooney, Network -film filtrato da luci e ombre confuse nel fumo delle sigarette perennemente accese dei protagonisti, tutti meravigliosamente anni '50. Luci ed ombre, il maccartismo raccontato da Edward Murrow un anchor man di successo attraverso il fumo dei sospetti che la paranoia anti comunista soffiava in faccia a chiunque in un metapolitico gesto di sfida. Il film è di una attualità agghiacciante e la lezione che Murrow (David Strathairn) ci da nell'ultima scena, durante il party dell'emittente è di quelle che restano impresse nella cosciena ben oltre l'avvenuta uscita dalla sala. La televisione , il suo uso per divertire, impedire di pensare, isolare il cittadino era già vista da pochi illuminati come arma di controllo delle masse. La vittoria del network contro la follia del Senatore Mac Carthy è vista così come una piccola vittoria di una battaglia all'interno di una guerra già persa, intuite le enormi potenzialità di questo mezzo di comunicazione, che un titanico Stratharian definisce una scatola piena di fili. Clooney costruisce la sua storia completamente all'interno degli spazi angusti di uno studio televisivo, come fossero piccoli palchi di teatri off, spazi che schiacciano quasi i protagonisti riducendone le libertà di azione e quindi incominciando scientificamente a minare quella di pensiero. Dirige senza fronzoli, secco e stringato, coglie le espressioni dei volti al volo, quasi di nascosto nelle scene di gruppo, nei breefing prima della messa in onda, per mostrarle naturali come in una candid camera, salvo concentrare tutte le emozioni raccolte e riassumerle sul volto del protagonista. Per sè si ritaglia un ruolo secondario, non gigioneggia lasciando la ribalta alla straordinaria prova del già citato David Stratharian, sempre avvolto nel fumo dell'immancabile sigaretta, che implode letteralmente nel video, a metà tra Bogart e Keaton, glaciale e riflessivo, impassibile maschera di dolore e costernazione dell'uomo integro che vede i tempi e i modi del mondo sgretolarsigli addosso. Comunica con un accenno di sorriso, un lieve serrare di labbra, uno sguardo reso più o meno dolente da un tremore di ciglia ed una capacità di eloquio formalmente appassionato, acutamente intelligente ed elegante, nemesi assoluta della pacchiana e grossolana presenza dell'antagonista Senatore Mac Carthy, riproposto con filmati dell'epoca. La struttura del film è idealmente a capitoli, a strati, intervallati dalla musica jazz, suonata in uno studio nello stesso network da una band e una cantante, insensibili, quasi, allo scorrere degli avvenimenti come ribadire nella libertà compositiva del Jazz quella necessità di libertà di espressione che fa dell'uomo un uomo libero.

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