Regia di Robert Wiene vedi scheda film
L'immortalità, la bellezza, il profondo romanticismo e l'assoluto distacco dalla terra.
Il gabinetto del dottor Caligari rappresentata la pietra miliare del cinema espressionista tedesco, ove tutti gli echi di tal movimento emergono in modo immutabile e nitido. Scaraventa lo spettatore direttamente nell'occhio del ciclone, ogni fotogramma ti fa entrare in uno stato di estasi, ogni colore è una coltellata e ogni parete una rosa. Storia di omicidi, di accuse e contro accuse, di terrore, di incubi e di inaspettati crepuscoli d'amore.
L'atmosfera percepita è quella teatrale, il sipario viene sbranato dai personaggi che iniziano recitare, ripresi da lunghe inquadrature fisse, in una sorta di castello transilvanico caratterizzato da scenografie accecanti e surreali bagnate da colori onirici che dondolano tra il seppia, il giallo ocra e un lieve incarnato-prugna, opprimenti e claustrofobiche, merito di una illumiazione artigianale.
Metafora riuscita sul potere tedesco dell'epoca. Il dottor Caligari: lo stato; Cesare: il popolo tedesco.
Giudizio finale:9
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