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Alta tensione

Regia di Alexandre Aja vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Alta tensione

di munnyedwards
6 stelle

E’ con questo film che il francese Alexandre Aja sale alla ribalta delle cronache e si guadagna la visibilità necessaria per il successivo sbarco in America, chiamato niente meno che da Wes Craven per dirigere il remake de Le colline hanno gli occhi.

A ben vedere si tratta di un iter comune a tanti registi di genere e non solo, si fanno notare con qualcosa di buono in patria e subito finiscono nella rete dei grossi studios americani, pronti ad offrire buoni contratti ma anche a limitare visioni troppo originali, qualsiasi spunto personale viene anestetizzato con il chiaro obiettivo di inserire il regista in un sistema ben collaudato ma limitante, un meccanismo codificato che privilegia il solo successo commerciale.

E’ un peccato perché molti registi emergenti si sono persi per strada, tra remake osceni e film anonimi, Aja per quanto mi riguarda è uno di questi, perché dopo Alta tensione non si è più ripetuto su certi livelli, ma anzi ha infilato tre remake di fila tra cui il deludente Riflessi di paura e l’inutile trashata di Piranha 3D.

 

Locandina Alta tensione

 

Intendiamoci, non che Alta tensione sia un film da strapparsi i capelli, anzi tra clamorosi plagi letterari (vedi il romanzo di Dean Koontz, Intensity) e mal riusciti twist finali si presenta come un opera interessante ma decisamente imperfetta, furbetta nel giocare con lo spettatore, che ben si presta al gioco, salvo poi scoprire che la partita non era proprio regolare e che il buon Aja giocava con qualche asso di troppo.

Naturalmente questo è il rischio che si corre quando si sceglie di raccontare una storia seguendo un percorso stabilito, salvo poi stravolgerlo con il più sorprendente dei colpi di scena, una strategia che se ben fatta lascia tutti contenti e soddisfatti, ma se invece c’è qualcosa che scricchiola e si vedono i fili del burattinaio si resta infine un po’ scontenti e con la sensazione di essere stati presi in giro.

In parte sono queste le impressioni che mi ha lasciato Alta tensione, offuscate però da una prima parte davvero notevole, un primo tempo dove il regista francese ha il pieno controllo del film e mette in scena una lunghissima e tesissima sequenza slasher degna dei migliori classici del genere.

 

Cécile De France

Alta tensione (2003): Cécile De France

 

Del resto gli elementi figurativi per far bene c’erano tutti, una casa isolata, due giovani ragazze Marie ed Alèx che dalla città si spostano in campagna per studiare in santa pace, la famiglia di Alèx composta da padre, madre e il piccolo fratellino, un oasi di serenità sperduta in mezzo al nulla, l’ideale per rilassare i nervi, o per diventare facili prede di un maniaco omicida che in piena notte si presenta in casa e comincia la sua mattanza.

Marie (Cecile de France) è la prima ad accorgersi dell’intrusione ma non può nulla contro la violenza inaudita del killer, la sua unica possibilità è cercare di salvare l’amica Alèx (Maiween Le Besco) rapita e caricata su un furgone in fuga solitaria nella desolata campagna francese.

Tecnicamente Aja fa un ottimo lavoro, mette in scena una frenetica e allucinata notte di terrore controllando alla grande i tempi del racconto e alimentando una tensione notevole che va sempre più in crescendo, porta la storia all’apice e poi la stravolge con un twist che serpeggiava già da un po’ nelle nostra mente ma che una volta rivelato, chiaro e limpido sullo schermo, ci lascia più dubbiosi che esaltati.

 

Maïwenn Le Besco

Alta tensione (2003): Maïwenn Le Besco

 

Perché i conti alla fine non tornano, perché Aja gioca con un mazzo truccato e usa la telecamera per ingannare lo spettatore servendogli poi il suo colpo di teatro, che tra l’altro non è neanche questa grande sorpresa visto che l’occhio (e l’orecchio) più attento qualcosa di strano avevano già notato molto prima del cambio di rotta, ma il punto non è questo, il punto è che se ti giochi il film sul twist finale la struttura dello stesso deve essere solida, i conti devono tornare, i pezzi ad una seconda visione devono andare al loro posto, questo invece non succede.

Alla fine poco male, perché devo essere onesto, la prima parte del film l’ho gradita molto, alcune sequenze sono notevoli per costruzione ed effetti, si intravede un ottima tecnica nel presentare l’orrore, nel gestire i tempi della paura, insomma in Aja è lampante un buon potenziale, una marcia in più che però non ho ritrovato nei due film/remake americani che sono seguiti.

Alta tensione resta quindi il miglior film di Aja, che poi è partito per la tangente americana perdendo gran parte delle sue abilità, del resto ti devi voler davvero male per girare tre remake di fila, ma si vede che doveva andare cosi, mi manca Horns che a questo punto voglio recuperare, chissà che non ci sia un ritorno alle origini.

Ultima nota per le due attrici protagoniste, entrambe molto brave, soprattutto Cecile De France si dimostra perfetta per il ruolo con il suo fisico scattante e nervoso e con quello sguardo indecifrabile, con il senno di poi la miglior scena del film è quella dove la ragazza si da piacere sul letto, e più il piacere aumenta più si avvicina il camion del killer, una sequenza all’apparenza pruriginosa che in realtà nasconde il vero senso del film e la natura della sua protagonista.

Voto: 7

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