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A Swedish Love Story

Regia di Roy Andersson vedi scheda film

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La recensione su A Swedish Love Story

di mm40
4 stelle

L'esordio dietro la macchina da presa di Roy Andersson, 26enne appena diplomatosi allo Swedish film institute, è subito un successo di pubblico: A swedish love story - nulla a che vedere con Love story di Arthur Hiller, che uscirà qualche mese più tardi e difficilmente potrebbe avere subito influenze da un prodotto che non è uscito, almeno nell'immediato, dai circuiti nazionali - consegna così un nuovo e promettente talento, e le relative aspettative sul suo secondo lavoro. Aspettative che però ne stroncheranno la carriera: l'insuccesso del seguente Giliap (1975) convinceranno Andersson a ritirarsi per un quarto di secolo (!) dal grande schermo, dedicandosi principalmente a regie di spot televisivi. Wikipedia suggerisce affinità fra questo debutto e i primi lavori, pressochè contemporanei, di Milos Forman (e di Roman Polanski, viene da aggiungere): perchè no? In fondo - al di là dell'illuminazione sempre alta e delle scelte di casting che sembrano voler sviscerare la mediocrità dei personaggi della storia - lo sguardo del regista si rivolge non (sol)tanto sui due ragazzini protagonisti della storia d'amore da cui il titolo, ma è focalizzato in maniera più ampia e dettagliata sulla società svedese, in particolare prendendo di mira la nascente borghesia provinciale dei tempi. Soprattutto i suoi limiti: l'incapacità, nonostante i palesi sforzi, di fingersi migliore di ciò che è, fra mariti egoisti e mogli alcolizzate, coppie sempre sul piede del divorzio e ragazzini lasciati soli a crescere per le strade. Interessanti, sotto questo profilo, gli status symbol dell'adolescenza dei tempi: la sigaretta, la motocicletta, la minigonna e, ovviamente, il sesso: ma il racconto è privo di qualsivoglia morbosità e tutto si svolge con estremo candore, senza comunque nascondere nulla allo spettatore. Come documento sociale, se durasse mezzora anzichè due ore, sarebbe un lavoro decisamente interessante: purtroppo però Andersson, anche autore della sceneggiatura, finisce per farsi prendere la mano e i contenuti, alla lunga, non possono che cominciare a ripetersi. Peccato. 5,5/10.

Sulla trama

Due adolescenti si amano in un paesino svedese, sfidando genitori e amici più grandi, cercando conforto e riparo l'uno nell'altra.

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