Regia di Tommy Lee Jones vedi scheda film
Ecco un altro attore che fa il passo difficile di diventare regista,lo hanno fatto in tanti,da Clint Eastwood a George Clooney,passando per Robert Redford,Sean Penn e Robert DeNiro,con risultati più o meno interessanti:Tommy Lee Jones ha realizzato un progetto che,almeno nelle interviste,covava da una decina d'anni,e ha esordito con un western moderno-esistenzialista,ambientato sul confine tra Stati Uniti e Messico.Scritto dallo sceneggiatore di "21 grammi",il film tiene senz'altro conto del cinema di Sam Peckinpah,per l'atmosfera violenta e disperata,e l'ambientazione tra la polvere delle strade e la desolazione dei luoghi,e di certo cinema mantiene l'andatura,senza accelerazioni ,procedendo coerentemente verso un finale in cui ognuno dovrà dare una risposta al proprio essere sperso.Intendiamoci,"Le tre sepolture" è un'opera prima che ha il pregio di non cercare spiegazioni assolute,percorre a sprazzi la non facile strada del grottesco(le scene per la "manutenzione" del cadavere)e assume sulle proprie spalle la malinconia forte di una ballata di reietti,persone indolentemente sospese in un limbo comprendente lo squallore di ore vuote,la determinazione di chi vuol comunque sopravvivere,l'aridità di una consunzione interiore che sfinisce.Jones ha il coraggio di dipingere un'umanità in cui nessuno è veramente cattivo,solo qualcuno più vile.E la parte che rimane più impressa è la sosta ristoratrice dal vecchio cieco e abbandonato :a me ha ricordato tanto un'immagine dalla canzone "Il pescatore" di DeAndrè,chissà se chi l'ha creata l'ha mai ascoltata.
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