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Non bussare alla mia porta

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Non bussare alla mia porta

di scapigliato
8 stelle

Il montaggio parallelo iniziale che vede la fuga rapida e arrabbiata di Howard Spence alias Sam Shepard alternarsi alla staticità del set cinematografico già ci esprime che il film che stiamo per vedere andrà il più lontano possibile dal Cinema per avvicinarsi alla vita, ma sul finire del film stesso non possiamo eludere il ritorno al Cinema. Anche perché la figlia del protagonista ad un certo punto dirà pure che preferisce i film alla vita reale. Ecco che sogno cinematografico, realtà e “altrovi” mitici esterni e interni a noi stessi si alternano in questo on the road pseudo-western che finge di giocare con il cinema, ma che è poi Cinema lui stesso. La storia del vecchio protagonista, alcolista e violento viveur del mondo della serie B cinematografica che torna sui suoi passi dopo trent’anni di vagabondaggio è la storia di ognuno di noi quando si scontra con ciò che vorrebbe davvero.
Enormi spazi aperti, nuove città di frontiera, nuovi duelli wester ma risemantizzati con sfuriate casalinghe, la bellissima provadi Jessica Lange e un Sam shepard vecchio ma dalle pieghe piene di vissuto western, sono i tratti di un film che di Wenders possiede il grande amore per il viaggio. Traslato nel Montana ci indica che la nuova frontiera non è solo quella spaziale di Clint Eastwood in “Space Cowboys”, ma è quella delle mura domestiche, di quella famiglia che non abbiamo o che se abbiamo forse non ci godiamo abbastanza.

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