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Crimen perfecto. Finché morte non li separi

Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film

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La recensione su Crimen perfecto. Finché morte non li separi

di giancarlo visitilli
8 stelle

La regola numero uno, la conosciamo tutti, che si tratti di un supermercato, o di una scuola, o di altro: “il cliente ha sempre ragione”. Se allarghiamo il motto nel caso di un crimine, allora tutto è ‘perfecto’. A raccontarci questa verità il geniale regista spagnolo, Alex de la Iglesia (La comunidad), con un’esilarante commedia, che farà parlare di sé per molto tempo, Crimen Ferpecto.
Protagonista assoluto è Rafael, un personaggio pirandelliano, che per quanto possa apparire affascinante e ambizioso, è veramente assurdo. Lui lavora nel reparto femminile di un grande magazzino, adora le donne e ne ha a mucchi. E’ illuso di essere un uomo votato al successo, tanto che ambisce il posto di responsabile all’interno del grande magazzino. Come per uno dei personaggi, a noi italiani abbastanza famigliare, anche per Rafael “tutto va sempre bene”, crede di avere tutto sotto i suoi piedi, compreso il potere, fino a quando il suo rivale, don Antonio, ottiene la promozione. E’ allora che per Rafael comincia un altro tipo di ascesa verso il declino. I due, discutendo animatamente in un camerino, si azzuffano e, accidentalmente, don Antonio muore. Unica testimone dell’involontario delitto è Lourdes, commessa brutta e anonima, che non esita a ricattarlo per raggiungere il suo scopo: sposarlo. Costretto a dividere con lei questo segreto a Rafael, disperato, non resta che studiare un piano per sbarazzarsi di Lourdes. E farà di tutto per riuscirci.
A dimostrazione di come la bellezza, insieme all’apparenza, alla carriera, all’apparire, al farsi in quattro pur di essere diversi da ciò che si è, non paga, Rafael personifica l’esteta decadente, che ha trascorso tutta la sua vita ad affinare il gusto (“il problema della gente è che non ha gusto…”), a nutrire il suo fascino, a votarsi ad ogni forma di bellezza.
Il regista spagnolo, Alex de la Iglesia, esaltando la superficialità quotidiana, dipinge un bozzetto nel quale ciò che emerge è la mediocrità, in particolar modo quella del macho latino (per il quale le donne sono solo “sciampiste”), sicuro di sé, che non si differenzia molto dalla merce, in vendita nel grande magazzino. Entrambi, uomo-merce, sono etichettati, hanno un prezzo, delle qualità classificabili, nulla che interiormente possa apparire. Tant’é che il centro commerciale anche qui, come ne La notte dei morti viventi, è la trappola in cui tutto accade e da cui non ci si può liberare facilmente. L’altra trappola, è Lourdes: l’antitesi della donna superdotata, un concentrato di bruttezza e di perfidia.
Tutto, nel film di de la Iglesia, è surreale, grottesco e assurdo, e perciò strizza l’occhio ad Almodovar, Buñuel, il Ferreri di La donna scimmia, passando anche da Buster Keaton, avendo dinanzi anche quel surrealismo macabro e nello stesso tempo reale della pittura di Picasso.
Se nella prima parte del film la comicità é assolutamente godibile, nell’altra, l’amara consapevolezza della triste realtà disvela il riso, di cui poco prima abbiamo goduto, in amara crudeltà: la consapevolezza dell’impossibilità di vivere in una società come la nostra, che ci pone di fronte a modelli irraggiungibili, frutto-costruzione-immaginazione di una società soprattutto maschilista e sessista.
Il film, senza dubbio, non funzionerebbe senza l’eccezionale coppia d’attori, Guillermo Toledo e Monica Cervera, che difficilmente si possono dimenticare. In fondo, “il fuoco che purifica l’anima”, citazione agostiniana più volte ripresa nel film, a cos’altro fa riferimento, se non all’inconfutabile verità che prima o poi tutto sarà arso e reso cenere, prima fra tutte la bellezza e la bruttezza delle nostre vite interiori.
Il titolo originale, Crimen ferpecto, è un omaggio ad Asterix e gli allori di Cesare di Goscinny, in cui un Obelix ubriaco ripeteva di continuo “ferpettamente!”. Ma chi sa leggere, lo può fare anche stando al contrario, o semplicemente guardando fra le righe.
Giancarlo Visitilli

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