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Peppermint Candy

Regia di Chang-dong Lee vedi scheda film

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La recensione su Peppermint Candy

di alan smithee
8 stelle

Locandina Internazionale

Peppermint Candy (2000): Locandina Internazionale

FLORENCE KOREA FILM FEST 2021-RETROSPETTIVA A MOON SO-RI
"Voglio tornare di nuovo!!!" ….e poi il buio….la fine.
L'impossibilità di ripercorrere strade già affrontate e correggere col senno del poi gli errori che si sono commessi, sarebbe davvero la soluzione di molte delle circostanze che rendono infelice ed irrisolta la vita di molte persone.
Un uomo tutto elegante compare senza preavviso ad un picnic in riva ad un fiume che un gruppo di quarantenni ha organizzato in ricordo dei bei tempi del liceo. Finalmente gli invitati lo riconoscono in Yong-ho, un ragazzo un po' particolare di cui tutti hanno perso le tracce, e che ora si comporta in modo davvero strano, fino ad arrampicarsi sopra il viadotto del treno, aspettando il sopraggiungere del treno per suicidarsi.
Utilizzando il percorso dei binari, un ipotetico treno percorre all'indietro non tanto un viaggio, quanto un percorso temporale che ci conduce ad analizzare alcune tappe fondamentali della vita dell'uomo, a partire da soli tre giorni addietro, fino ad arretrare di cinque, poi di circa dieci, fino ad arrivare al giorno del picnic tra liceali che all'inizio i medesimi invitati si apprestano a rievocare.
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Lo spettatore, attraverso questo percorso cronologicamente inverso, riesce a comprendere poco per volta, ma nei dettagli, l'origine di un'angoscia che ha portato alla rovina quello studente tenero, innamorato, con ambizione di diventare fotografo, poi entrato in polizia, traumatizzato dai metodi imposti dai colleghi nel trattare gli indiziati, in una persona frustrata, violenta e disamorata anche della sola persona che realmente lo ha saputo amare ed apprezzare per quello che era.
Nello splendido secondo film del gran maestro coreano Lee Chang-dong, il regista riesce a dimostrarci con la schiettezza di un teorema come la società riesca a condizionare le esistenze e a portare alla perdizione, alla disperazione, ed alla inesorabile fine anche persone in grado di dimostrare tutte le potenzialità per emergere, o comunque per raggiungere quella realizzazione terrena che, per quanto effimera, fragile, instabile, risulta in grado di fare la differenza in un bilancio esistenziale verso cui ognuno, prima o poi, è costretto a fare i conti.
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Nel ruolo del protagonista, meraviglioso ed incomparabile, troviamo il grande attore Sol Kyung-gu, che rivedremo nell'altrettanto magnifico Oasis, anche in quella occasione assieme alla splendida Moon So-ri, qui nei panni della dolce, dolente Su-im.
Il titolo, "caramella alla menta", si riferisce ad un particolare apparentemente trascurabile che tuttavia in qualche modo costituisce il trait-d'union delle differenti storie di vita del protagonista, analizzate a ritroso nel tempo.
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