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Lulù

Regia di Walerian Borowczyk vedi scheda film

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La recensione su Lulù

di undying
3 stelle

Film manifesto del declino di fine carriera per Borowczyk, regista ispirato da una tragedia già adattata (molto meglio) per lo schermo da G. W. Pabst nel 1929. Il confronto tra i due film è impietoso, per quanto avanti nel tempo quello di Pabst, "arretrato" quello di Borowczyk.

 

lulu-cover

 

La spregiudicata, ex ballerina, Lulù (Anne Bennent) è riuscita a raggiungere una discreta posizione sociale sposando un vecchio medico, il dott. Goll (Jean-Jacques Delbo). Mentre è in posa per il pittore Schwarz (Michele Placido), incaricato dal marito di farle un ritratto, Lulù finisce per sedurre l'artista. Quando l'anziano coniuge la scopre in intime effusioni, muore per un attacco cardiaco. In men che non si dica, Lulù sposa il pittore, solo per tradirlo alla prima occasione, spingendolo così, molto velocemente, al suicidio. Il prossimo amante è un "amico" di lunga data, il più anziano dott. Schoen (Heinz Bennent). Ovviamente Lulù entra, immediatamente, nelle grazie del più giovane figlio di Schoen, creando una situazione a dir poco drammatica, che la spinge al delitto. Dopo aver ucciso a colpi di pistola Schoen, ripara nei bassifondi di Londra, dandosi alla prostituzione.

 

"Se degli uomini si sono uccisi per me, questo non mi disonora di certo!"

(Lulù)

 

"Avrai sacrificato la tua vecchiaia, ma io ti ho dato la mia giovinezza..."

(Lulù, prima di scaricare la pistola sul perplesso dott. Schoen)

  

scena

Lulù (1980): scena

Nella foto sopra: Heinz Bennent e Anne Bennent, padre e figlia nella vita reale

 

Pasticciata coproduzione tra Francia, Italia e Germania, basata sulla stessa tragedia teatrale (Erdgeist, 1895, di Frank Wedekind) da cui è stato adattato il ripudiato (dalla critica del tempo) e censurato Pandora's Box (1929) di G. W. Pabst. Scritto dallo stesso Walerian Borowczyk, in collaborazione con il regista televisivo Anton Giulio Majano, Lulù racconta la medesima tragica vicenda di una disinibita e spregiudicata fanciulla, ma un paragone con l'opera di Pabst sarebbe quantomeno impietoso: in particolare, Borowczyk imposta il lungometraggio come se si trattasse di una rappresentazione teatrale, cercando di scandalizzare per la presenza di una protagonista minorenne (al tempo delle riprese, Anne Bennent aveva solo 16 anni), che si offre, peraltro, in una morbosa scena di nudo in compagnia del reale padre (Heinz Bennent, nel ruolo di uno degli amanti di Lulù, il dott. Schoen). Girato senza ritmo, con presenza di attori poco convincenti (si salvano Michele Placido come pittore assatanato e Udo Kier nei panni di Jack lo squartatore, durante le sequenze finali), Lulù non riesce mai a strappare un sorriso, pur se impostato come commedia; mentre sul versante erotico, un clima raggelante inibisce ogni minima stimolazione sensuale. Sbagliata appare la scelta dell'attrice principale, non solo in quanto poco attraente, ma decisamente per nulla professionale in veste d'interprete. Già dopo dieci minuti dai titoli di testa non ci si riesce ad affezionare al personaggio, risultando a dir poco incredibile l'ammirazione dei vari mariti per una femmina rappresentata in maniera così insignificante. Persino le scene censurate sono prive di pathos, antierotiche e gelide. Non aiuta a rendere più interessante il lungometraggio la scelta di far pronunciare agli attori dialoghi imbarazzanti, peraltro accompagnati da una colonna sonora inadatta. Una storia che tratta di amore, di tradimenti, di passioni, di delitti che Borowczyk riesce, incredibilmente dati i suoi precedenti, a rendere priva di emozione, azzerata nel suo aspetto drammaturgico e resa apprezzabile solo da parte dei cultori del regista o dagli amanti della noia più pura. Un film che, senza colore e sonoro, sembrerebbe essere stato girato nei primi anni del XX° secolo.

 

scena

Lulù (1980): scena

 

Le scene censurate [1]

 

Lulù ha subito quattro consistenti tagli, per una durata complessiva di circa 10 minuti. La recente edizione in DVD della Mustang, offre tra gli extra le scene in oggetto.

Nell'ordine:

 

1 - una lunga rincorsa tra Michele Placido e la Bennent, completamente nuda, seguita da atti di accoppiamento simulato (circa 3 minuti);

 

2 - sequenza con la protagonista semisvestita al tavolo da bigliardo, in compagnia del figlio del dott. Schoen (circa 4 minuti);

 

3 - scena di un cliente che frequenta Lulù come prostituta (1 minuto);

 

4 - immagini di una donna che si strofina sul ritratto di Lulù, prima che quest'ultima venga aggredita da Jack lo squartatore, seguite da una veloce inquadratura di Lulù con il corpo sventrato (circa 2 minuti).

 

Michele Placido

Lulù (1980): Michele Placido

 

Visto censura [2]

 

Dal verbale associato al nulla osta n. 74933 (rilasciato il 2 aprile 1980):

"La Commissione (…) esprime parere favorevole alla concessione del n.o. di proiezione con divieto della visione per i minori degli anni 18, per alcune scene erotiche e per la scena di violenza finale."

 

Il 6 marzo 1987 viene rilasciato nuovo visto censura (n. 82383), in previsione di una ridefinizione del divieto. In questo frangente viene ridotto il limite di età consentito per la visione (14 anni), in conseguenza di 2 tagli (pari a 156,70 metri di pellicola) dei quattro più sopra citati, e cioè:

 

1 - scena del pittore con la modella nuda (con quattro tagli interni), per mt. 108;

 

2 - alleggerimento della scena dei fidanzati nell'approccio d'amore sul biliardo mentre vengono osservati, per mt. 48,70.

 

Metri di pellicola accertati: 2500 (92'30" in proiezione cinematografica).

 

 

NOTE

 

[1] Contenute negli extra del dvd Mustang.

 

[2] Dal sito "Italia Taglia".

 

scena

Lulù (1980): scena

 

"Opportunista vuol dire saper cogliere l'occasione buona. Si riduce a tenere la bocca chiusa quando non è il caso di parlare oppure a dire la parola giusta al momento opportuno. O semplicemente a non fare una cosa che ti può danneggiare."

(Franco Zeffirelli)

 

F.P. 04/01/2023 - Versione visionata in lingua italiana, DVD Mustang (durata: 74'06")

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