Regia di Preston Sturges vedi scheda film
Sono passati 60 anni e si sentono tutti. Si sentono nello stile, nelle battute e si sentono dalla storia stessa che ai giorni d'oggi non starebbe decisamente in piedi; anche la figura del padre (almeno nella prima parte) va a confermare i tanti anni che questa pellicola ha addosso. I personaggi sono caricatura di se stessi ma non si sente l'aria nè di parodia nè di critica sociale come se il regista fosse compiaciuto del tempo in cui viveva; la storia e la maggior parte delle battute sono fastidiose come è fastidiosissima la morale, mai attaccata in modo deciso, di sottofondo. Vederlo allora non come critica ma semplicemente come film comico? Beh, se è così non fa troppo ridere ed è un prodotto scadente e banale come tanti. Le cose che lo elevano sono la figura del disgraziato cronico (accentuato dal doppiatore italiano che è lo stesso di Jerry Lewis)ed il finale ironico che è stato ben studiato e strutturato; grazie a ciò il film diventa un minimo interessante senza diventare una commediola del tutto inutile.
La regia sa essere a tratti molto buona e a tratti solo in funzione di una comicità banale; Sturges si salva ma poteva fare meglio.
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