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La strada della vergogna

Regia di Kenji Mizoguchi vedi scheda film

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La recensione su La strada della vergogna

di Peppe Comune
8 stelle

Primi anni cinquanta, in una casa di tolleranza di Tokio, nel quartiere di Yoshiwara, lavorano come prostitute cinque donne. Nessuna di loro ha veramente voglia di vendere il proprio corpo, tutte lo fanno perché necessitate dall’esigenza di migliorare le proprie miserevoli condizioni economiche. Yumeku (Ayako Wakao) vuole garantire un futuro migliore al figlio Suichi (Yosuke Irie), il suo sogno è quello di ritornare a vivere con lui in un giorno non troppo lontano. Yorie (Hiroko Machida) è un aspirante sposa che intende conoscere le reali intenzioni dell’uomo che ama. Nn vorrebbe finire in una situazione ancora più sconfortante. Hanae (Michiyo Kogure) ha un bimbo piccolo e un marito disoccupato ridotto sull’orlo del suicidio. Mickey (Machiko Kyo) è scappapata dalla provincia di Kobe e dalle rigidità della famiglia per cercare migliori fortune nella capitale. Yasumi (Aiko Mimasu) deve estinguere i debiti contratti dal padre. La sua aspirazione è quella di aprirsi un’attività commerciale tutta sua e, perciò, ogni occasione è buona per fare soldi : prostituirsi come giocare con l’arte sottile dell’inganno, abbindolare ingenui amanti come prestare soldi con interesse alle sue colleghe.

 

http://filmedvd.dvd.it/images/scenefilm/La%20strada%20della%20vergogna.jpg

La strada della vergogna - Scena

 

La donna ha sempre ricoperto un ruolo centrale nella poetica di Kenji Mizoguchi che, proprio attraverso le vicende esistenziali di donne avvinte da un destino crudele, ha spesso inteso mettere in evidenza taluni aspetti della vita sociale del Giappone. Nella necessità da parte della donna di dover sottostare ad una volontà che non gli è propria, è possibile rinvenire quei segni retrivi di una società marcatamente maschilista ; nella tempra morale che sorregge il carattere delle donne di Mizoguchi,invece, tale da fargli opporre alla cattiva sorte che gli è capitata in dote un atteggiamento fiero e mai rassegnato, sembra condurci a voler preferire la pacata riflessività della donna alla furia egoistica dell’uomo (“I racconti della luna pallida d’agosto” e “Amanti crocifissi”), la discreta saggezza femminile alla protervia maschile (“La signora di Musashino”,“Vita di O-Haru, donna galante” e “L’Intendente Sansho"). Non si sottrae certo a questo schema narrativo “La strada della vergogna” (ultimo film di Kenji Mizogichi, che morì di leucemia non molto tempo dopo), sia perché assolutamente centrale per lo sviluppo della storia rimane il ruolo di queste cinque donne che praticano l’antico mestiere della prostituzione, sia perché, a fare da sfondo determinante per le loro vicende esistenziali, ci sono le sorti di un paese ancora scosso dai lutti della guerra e dalle consegne impartite dagli americani, un paese che ha voglia di catapultarsi sazio nel nuovo che avanza e che sta cambiando in fretta e male le sue più antiche abitudini. L’azione si svolge quasi esclusivamente all’interno del bordello, l’unico elemento dinamico è una radio accesa che aggiorna sui lavori parlamentari decisamente orientati a decretare per legge la chiusura delle case di tolleranza. Elemento questo che fa entrare in un rapporto di intima interdipendenza la vita della casa, incentrata sui sogni di riscatto di ognuno e sulla bramosia per il denaro, con quanto di mutevole sta accadendo nel paese. I padroni della casa sono sconcertati dalla possibilità che il loro lavoro venga bandito, per loro sarebbe una rovina economica, e poi rivendicano un indispensabile ruolo sociale nell’economia della vita del paese, soprattutto adesso che cresce il numero dei “nuovi” poveri. Le donne, invece, non si sono fatte un idea precisa sull’importante novità che le vedrebbe coinvolte, loro sono troppo impegnate a sopravvivere. Del resto, se da un lato la messa al bando delle case chiuse le libererebbe senza l’obbligo di dover pagare il “riscatto” dovuto ai loro padroni per il fatto di avergli garantito lo svolgimento di un lavoro, dall’altro lato, con il successo della legge proibizionista, verrebbe meno l’unico fattore di sostentamento che hanno a disposizione. Le donne vendono il proprio corpo, ma le loro menti sono sempre laddove risiede il motivo essenziale che rende sopportabile questo sacrificio. Oltre alle madri Yumeku e Hanae e all’aspirante sposa Yorie, anche Mickey e Yasumi nascondono dietro un fare decisamente più smaliziato delle esperienze di vita altrettanto dolorose. Tutte loro, in egual misura, alle condizioni date dalla contingente situazione politica del Giappone, possono solo vendere i propri corpi se vogliono riuscire a riscattare le proprie vite dalla miseria in cui si trovano imprigionate (“Nostro figlio sarà triste se ci uccidiamo”, dice Hanae al marito, frase che dice tutto). Così presentate, le case di tolleranza si configurano come dei veri e propri ammortizzatori sociali la cui indispensabilità sembra non possa essere messa in discussione. Oltre naturalmente a rappresentare il ricettacolo di quell’ipocrisia benpensante che sempre si è accompagnata alla storia dell’uomo, quella praticata da chi condanna in pubblico ciò che è ben disposto a fare nel privato di quattro mura domestiche. Ovviamente, la cosa non è certo il frutto di un atteggiamento incautamente permissivo verso la pratica della prostituzione da parte di Kenji Mizoguchi, quanto di una visione affatto moralistica della questione, aperta a fare di particolari condizioni esistenziali la lente da cui scorgere un vasto insieme di considerazioni riguardanti un intero paese. Ciò che emerge da questo film, oltre a dei superbi ritratti di donna (gli ennesimi), è una critica, si indiretta ma neanche troppo velata (compiuta appunto, come si evidenziava all’inizio, seguendo le sorti esistenziali di cinque donne), condotta contro il nuovo corso intrapreso dal Giappone a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Un paese che ha iniziato ad andare troppo in fretta per non lasciare senza fiato i suoi “sudditi” più deboli e sfortunati. Ennesimo grande film di un maestro.

 

 

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