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Grandi cacciatori

Regia di Augusto Caminito vedi scheda film

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La recensione su Grandi cacciatori

di mmciak
2 stelle

"Grandi cacciatori" diretto nel 1988
da Augusto Caminito,devo dire che non mi è piaciuto
per niente.

La storia racconta che Klaus Naginsky,
è un cacciatore che è tormentato
dalla morte della sua
ragazza ammazzata da una pantera
che da la caccia e nutre
un amore-odio verso questa e si mette
in testa che solo lui può ucciderla.

Però un giorno ammazza
chi l'ha catturata e fa una strage
e per salvarsi gli fanno un compromesso che è uccidere
un bracconiere in Alaska che ne ha ammazzato un altro,
ma lì si perderanno le sue tracce.

Intanto siccome il cacciatore africano e finito così
nel trovare l'assassino che ha ucciso il giovane biologo
viene chiamato un altra persona che è
sempre un cacciatore che sospetta
che si trova tra i bracconieri della zona,
dediti allo sterminio delle foche.

Il Film prodotto e diretto da Augusto Caminito,
che realizza un Film di avventura che vuole racchiudere
dei messaggi umanitari e invece sbaglia completamente
l'obbiettivo perché alla fine durante la visione ti
accorgi di essere di fronte a una regia che non ha
niente di Cinematografico,che gira a vuoto
senza mai andare a niente di concreto,
una trama che praticamente non c'è,
una sceneggiatura inesistente
tutto approssimativo con alcune
scene e dialoghi imbarazzanti.

Purtroppo il regista si perde nei paesaggi inizialmente
dell'Africa,poi nel meandri dell'Alaska e sembra che
vuole denunciare lo sterminio delle foche,che però
già era noto e fa questa metafora che vuole cercare
chi ha ammazzato l'amico,il fatto che è tranciato in
due tronconi.

Il primo come dicevo in Africa dove vive un cacciatore
taciturno e misterioso interpretato da Klaus Kinski,
è rimasto scioccato dalla
morte della compagna ammazzata
da una pantera nera,
ed è descritta da flashback in rallenty
(che poi è l'unica cosa Cinematografica che si vede),
e nutre per questa
un amore-odio e vorrebbe ucciderla lui finché combina
una strage e per salvarsi va in Kenya per perdere le tracce.

E poi parte il secondo con un altro cacciatore
che viene ingaggiato per la stessa cosa interpretato
dal grande Harvey Keitel,che sospetta
che l'assassino e tra
i bracconieri e allora lì fa conoscenza
con gli esquimesi e entra nella loro mentalità,ma il tutto
continua tra paesaggi del posto,come se il regista si
è innamorato delle tipicità del paesaggio e allora
annoia alla grande.

Nel Cast figurano oltre i già citati anche una giovanissima,
all'esordio una bellissima Debora Caprioglio,
che interpreta la donna del cacciatore Africano
interpretato da Kinski,e all'epoca ebbe davvero
una storia d'amore con lei che la scritturò
nel suo inguardabile primo Film da regista,
prodotta poi dallo stesso Caminito.

Da segnalare nel reparto tecnico solo le musiche
di Luigi Ceccarelli,che è l'unica cosa che si salva
in tutto il complesso.

In conclusione un brutto Film,dove ormai
è constatato che all'epoca gli Italiani non sapevano
fare i Film di avventura e questo si colloca
tra i peggiori prodotti degli anni '80,
dove non riesce nemmeno dare il messaggio
dello sterminio ogni anno dei cuccioli di foca,
che nello stesso anno l'aveva fatta notare
Celentano nel suo "Fantastico",e sembra
che le scene quando succede abbia preso
da quei documentari le stesse.

Ma a un certo punto era più accettabile se realizzava
un documentario invece di fare una storia e intanto
perdersi nei meadri dei paesaggi per la durata di
un ora e 45,invece quello che domina è la noia dove
dove è tutto piatto,ed anche inconcludente
diventando un disastro generale.

Il mio voto: 1.

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