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L'alba dei morti viventi

Regia di Zack Snyder vedi scheda film

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La recensione su L'alba dei morti viventi

di scapigliato
8 stelle

Film Horror così convincenti e spiazzanti, non se ne fanno tutti i giorni. I pochissimi esempi a cui siamo abituati, ci hanno (o meglio, "VI" hanno...) reso troppo prevenuti sul genere, e si ha poi paura che siano tutte boiate. Poi, ci si trova davanti a film di questo tipo, e ci sentiamo spiazzati. Ma dopo tutto, l'horror a cosa serve? Solo a farci saltare sulla sedia? A me non riesce nemmeno quello perchè sono fottutamente impassibile. Eppure è il genere che amo (insieme al western). Perchè? Ma proprio perchè l'horror non deve semplicemente farci saltare sulla poltroncina del cinema, ma deve spiazzarci (e il film in questione lo fa); deve disturbarci, metterci a disagio. Insomma deve essere come il buco di una serratura puntato davanti agli altri "noi stessi". L'Horror ci rivela. L'Horror ci snuda e ci mette alla berlina. L'Horror è Ribellione.
Il film di Zack Snyder (davvero una bella mano e un bell'occhio) non riesce ad essere inquietante come "28 Giorni Dopo", che rimane insuperabile, ma come il film di Danny Boyle, riesce a spiazzarti, riesce a disturbarti. Vi troviamo infatti, un gruppo di sopravvissuti che si rintana in un centro commerciale, e deve sopravvivere all'attacco dei morti viventi (e badate bene "morti viventi" e non Zombi). Ok, il film è il remake di uno dei capolavori del cinema horror, firmato da un certo George Romero... Quindi diciamoci pure che questo remake vive di rendita sull'originale, ma Snyder sa dargli uno sguardo moderno, ed un estetica affascinante/inquietante, che rendono il film veramente apprezzabile, e non semplicemente un filmetto di genere.
Se negli anni '80, all'epoca degli yuppies, dei rampanti, e del bieco consumismo, il serial-killer veniva assunto come rappresentante ufficiale del Male Assoluto e Puro, oggi, tra il difficile clima internazionale, e tutta una serie di squallide puttanate sociali, ritroviamo Cannibali e Morti Viventi a contendersi lo scomodo ruolo di Specchio della Società. Guerre assurde, che ingrassano le tasche solo di chi le vuole; paesi terzomondisti che continuano a vivere al limite dell'umanità, perchè nelle loro terre non scorre il petrolio; paesi civilizzati che s'interessano di più a sberle e a calci dei reality show, invece che chiedersi chi sta mandando a puttane il mondo; gente di tutto rispetto che esiste solo se si rivede nel trash televisivo, magari rappresentato da un cialtrone di un salotto-tv che quando parla urla e sputa; società così dette progressiste che invece sono vere e proprie "Società Controllate" come nei grandi film di fantascienza (vedi "Gattaca"): sono società che t'impongono un pensiero, che ti dicono come devi vivere, e se non lo fai ti tolgono i punti... Se non sei politicamente corretto, sei un pericolo per la salute pubblica! Ci fossero pure i Robespierre, e volerebbero anche le teste... Davanti ad una società di regime, com'è il nostro mondo oggi, siamo tutti dei morti viventi. Siamo automi che non decidono, ma assimilano. No abbiamo opinioni? Be', ci sarà qualcuno che ce le darà impacchettate nel suo fottuto perbenismo. Già, è più facile obbedire che decidere. E per "quei cosi là fuori", è più facile obbedire all'istinto primitivo e cannibale di sbranare carne umana, che decidere il contrario.
Il film di Snyder, come quello di Romero e come quello di Boyle, punta la canna del fucile su tutti noi, e lentamente ne preme il grilletto. Il suo film sa come metterci sul ciglio del burrone, e sa come come snudarci di ogni nostra convinzione protettiva. Appunto come in Romero, ci sentiamo al sicuro solo tra gli oggetti che possediamo. E così possiamo cenare con champagne e quant'altro, possiamo provarci i vestiti più alla moda, possiamo scopare davanti alla telecamera, o magari provarci calze e scarpette da donna. Tutta roba che fanno quei sopravvissuti al centro commerciale. Noi siamo quello che compriamo o quello che mangiamo? La differenza è minima, perchè in entrambi i casi abbiam bisogno di inglobare qualcosa per rassicurarci. Nei casi più quotidiani questo qualcosa potrebbe essere il materialismo, il consumismo, l'apparire invece che l'essere. E senza saperlo siamo dei morti viventi che senza un perchè vagano nella notte in cerca di carne umana.
Quindi, come nei casi precedenti, anche "L'Alba" del 2004, ha i suoi contenuti, e nemmeno banalizzati. Purtroppo al cinema ho sentito ragazzi che ridevano allegramente... Purtroppo il film non andava incontro alle loro "incapacità mentali", ma cosa ci sia da ridere quando un morto vivente cerca di azzannarti, lo sanno solo loro.
Ma il film si distingue da tanto horror minore, anche per il gusto splatter che, se anche non è audace e coraggioso come in tanti altri casi, ha delle belle idee messe qua e là. Per esempio il neonato e già morto vivente, piuttosto che i vari morsi con conseguente fuoriuscita di sangue zampillante, piuttosto che gambe e teste segate di netto, e tragici errori di vecchi che segano in due una propria amica. Giuro, ma questa scena mi ha inchiodato alla poltrona. Non è mai capitato a nessuno di fare un gesto azzardato che coinvolge suo malgrado una terza persona, con cui non siete in comfidenza, e il gesto stesso vi pietrifica? Ecco, questa scena, credo sia quella che pone il sigillo sulla girandola di violenza e di delirio in cui sono caduti i protagonisti, che siamo un po' tutti noi, quando ancora non siamo dei "morti viventi". Insomma, il film di Snyder si distingue pure per la sua estetica: bella fotografia e bei colori, buon ritmo e grande senso plastico. Molto splatter e gore che rievocano episodi più felici dell'horror più coraggioso (vedi alla voce Fulci, Margheriti, Deodato...).
Da notare anche come le canzoni inserite nel film siano tutte allegre, carine e solari. Questo per evidenziare il contrasto con l'orrore della tragedia. Perchè questo potrebbe volerci dire il film: che ci stiamo avviando verso la grande tragedia, senza accorgercene. Che stiamo andando verso il baratro, così allegramente, tra un reality-show e un salotto-tv, tra una guerra che non capiamo e imposizioni politacamente correte da benpensanti, che purtroppo accettiamo come fessi. Stiamo andanto verso la tragedia pura e semplice, con musichette carine che ci cantano nelle orecchie.
"Quando all'inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla terra!". E qualcuno di loro è già tra noi. In giacca e cravatta. Pulito e rassicurante. E ci governa.
Paura, eh??????

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