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In the Cut

Regia di Jane Campion vedi scheda film

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La recensione su In the Cut

di Maciknight
5 stelle

Film difficile da valutare, pur con tutta la simpatia che ho sempre riposto nel gentil sesso, questo film scritto, diretto e prodotto da donne, mi lascia alquanto perplesso ed inquieto. Dove volevano andare a parare? In ogni caso mi sa che hanno sbagliato strada ...

Film difficile da valutare, pur con tutta la simpatia che ho sempre riposto nel gentil sesso, questo film scritto, diretto e prodotto da donne, mi lascia alquanto perplesso ed inquieto. Dove volevano andare a parare? Quale intendeva essere il messaggio narrativo? Superare ogni limite della umana decenza e del comune senso del pudore? Sondare i meandri più profondi e sconci della psiche umana femminile? Infrangere le barriere e gli stereotipi sessuali dei benpensanti e dell’ipocrisia sociale? Esporre con fierezza una parità dei sessi anche nelle perversioni, depravazioni e frustrazioni sessuali? E per di più con linguaggi triviali e sboccati oltre limite? Indipendentemente da quale fosse lo scopo, il film è solo parzialmente riuscito. Già la scelta della protagonista è fallace (il sottinteso riferimento al “fallo” è del tutto involontario, come nel film, nel quale è il vero protagonista neanche tanto freudiano), una insegnante di lettere assai improbabile, supponente per non dire strafottente e sciatta, frustrata, stupida, pervertita, imbranata, rintronata, ecc., che per tutto il film si trascina come uno zombie, cazzeggiando (è il caso di ribadire che il riferimento al “fallo” è casuale, come nel film), devo riconoscere che peraltro è in buona compagnia, con incongruenze e contraddizioni, riduzionismi comportamentali e linguistici continui. Un’approssimazione da paura. Si riesce a pervenire alla fine del film solo per la morbosa curiosità che inevitabilmente riesce a suscitare nello spettatore, che di fronte a tanti squilibri umani esposti senza remore e senso della misura, vuole vedere fino a che punto questo team di autrici sono disposte a giungere ed in quale modo assurdo chiuderanno il cerchio, certamente non disegnato col compasso. Infatti il finale è uno spasso, all’altezza di tutto il resto del film. La sufficienza risicata la merita solo perché si percepisce che c’è il mestiere, le ambientazioni sono scelte con cura, i personaggi ben tratteggiati, gli attori abbastanza ben gestiti, è il contenuto che latita ed è troppo squilibrato e non ben incastonato. Se veramente il film dovesse rappresentare la società americana, per di più quella “istruita”, allora non dobbiamo stupirci se è il paese occidentale con il maggior numero di stupri, violenze e delitti sessuali, serial killer, maltrattamenti in famiglia, ecc.. In tutto il film non si intravede una persona, dicasi una, che si possa definire minimamente equilibrata, evoluta, civilizzata, responsabile, ecc., che sappia cioè rapportarsi in modo rispettoso e misurato con gli interlocutori e partners (che nel film questi ultimi sono praticamente solo sessuali, USA e getta). Rimane il dubbio finale se l’operazione aveva solo uno scopo commerciale, per attirare pubblico morboso con il presunto erotismo dei contenuti, o se avevano intenti più nobili, ma le signore autrici si sono perse per strada. Voto finale 5,5

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