Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Dolente eppure appassionato dramma naturalista, in cui Bergman racconta del confronto sociale tra natura città portando al suo interno le sue estati sconsiderate, raccontando il prezzo che la società fa pagare a chi cerca una libertà incondizionata. non a caso amatissimo dai giovani turchi della Nouvelle Vague.
Suddivisa un pò schematicamente in tre atti, la sceneggiatura riesce comunque con naturalezza a raccontare il declino di un amore e della sua vitalità, non forzando mai il tono ma anzi arricchendosi di considerazioni psicologiche e sociali.
Ispirato al neorealismo, Bergman limita i mezzi espressivi e narrativi riuscendo nell'intento di illuminare squarci di realtà cupe, dosando con abilità i registri emotivi e mettendo in scena momenti di bellezza e intensità stilistica che solo un grande poteva creare (non solo lo sguardo in camera di Monica, ma anche il finale allo specchio).
Straordinaria performance di naturalezza, capriccio, sensualità.
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