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I lunedì al sole

Regia di Fernando León de Aranoa vedi scheda film

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La recensione su I lunedì al sole

di Peppe Comune
8 stelle

Galizia. Santa (Javier Bardem) , Josè (Luis Tosar), Amador (Celso Bugallo) e Lino (José Angel Egido) sono quattro amici che sono stati licenziati dal cantiere navale dove avevano lavorato per anni. Così, tutti ben oltre i quarant'anni, si trovano tagliati fuori dal mondo del lavoro nel bel mezzo del "miracolo economico" spagnolo. Trascorrono le loro giornate andando in città alla ricerca di nuove occupazioni o al bar di Rico (Joaqìn Climent) dove, tra un bicchiere e l'altro e qualche battuta, cercano di addolcire almeno un pò la loro amara condizione esistenziale. Tra di loro c'è l'amico russo che anestetizza con sottile ironia ogni speranza possibile (nel comunismo, nel capitalismo e in ogni Dio). Poi c'è la squadra di calcio dello Sporting di Gijon di cui guardano le partite dal cantiere dove lavora Reina (Enrique Villén) come addetto alla sicurezza. Ma mai per intero perchè quando l'azione è nell'altra metà campo devono lavorare di fantasia o affidarsi agli umori del pubblico sugli spalti. La metafora della loro vita, sospesa tra la precarietà del vivere quotidiano e l'illusione in un domani migliore, tra la loro capacità di resistere e gli effetti negativi prodotti sulle loro vite da decisioni prese da altri. Sarà un caso, ma quell'anno (2002) lo Sporting retrocesse in seconda divisione, proprio come loro retrocedono in una società che gli offre sempre meno possibilità di rigenerarsi.

 

 

Nella società di oggi tu sei il lavoro che fai e vali in ragione di quello che hai. Se non hai più un lavoro e ciò che ti rimane è praticamente solo la forza di tirare avanti, allora il baratro esistenziale è abbastanza vicino e il rischio di compromettere tutto quello che hai costruito nella vita diventa concreto. L'incomprensione si insinua a corrompere solidi rapporti di coppia e antiche amicizie perchè l'insicurezza che si impossessa di te adombra ogni affetto, distorce la percezione di ogni cosa. Se ti vedi attorniato dall'ostentazione di tanta ricchezza in una società che ti considera un fallito dopo che senza averne alcuna colpa sei stato licenziato, o incanali tutta la rabbia che hai dentro in un moto di ribellione dagl'esiti imprevisti, oppure stemperi i tuoi bollori riconoscendo l'infruttuosità di ogni azione meramente individuale. In questo film, ognuno è solo davanti alla propria condizione di vita, ma si cercano l'un l'altro per farsi forza a vicenda e tirare avanti. Come ha sottolineato Aldo Fittante, a Fernando Leòn interessava "la capacità di resistenza umana, il valore etico dell'unità" , quella che trasforma l'inconsistenza di tante singole rivendicazioni nella consapevolezza che uniti si può ottenere tutto. Quella che è mancata ai protagonisti di questo film che hanno perso senza combettere il loro posto al cantiere, sconfitti ulteriormente dalla morte dello spirito comunitario. Questo è "I lunedì al sole", un film bellissimo sul lavoro come fodamentale  momento identitario per la vita di ogni essere umano, e sulla possibilità che la perdita del lavoro non si trasformi in rassegnazione alla sconfitta. Film orgogliosamente militante senza essere retorico, tenacemente riflessivo senza essere saccente. Pasolini diceva che anche la rassegnazione può essere un atto eroico. Un caso è quando un uomo "scartato" dalla società capitalistica vede trascorrere le giornate sempre uguali ma non perde mai la forza di difendere la propria dignità di essere libero. 

 

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