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Riposare in pace

Regia di Sebastián Borensztein vedi scheda film

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La recensione su Riposare in pace

di barabbovich
7 stelle

Buenos Aires, 1994. Sommerso dai debiti, l'industriale Sergio Dayan (Furriel) approfitta di un attentato, al quale sopravvive, per far perdere le proprie tracce e trasferirsi in Paraguay. In questo modo la sua famiglia, che lui ama moltissimo, potrà riscuotere l'assicurazione sulla vita sottoscritta dall'uomo. Passano gli anni, molti. Arriva persino Facebook. Ed è da quella finestra sul web che Sergio, ormai sotto altra identità e trasformato nei connotati, osserva la vita dei suoi cari. Resistere all'idea di riappropriarsi della propria esistenza precedente diventa quasi impossibile...
Tratto dal romanzo di Martin Baintrup, il film testimonia ancora una volta l'originalità di un regista, Sebastian Borensztein, che - pur refrattario a qualsiasi tentazione virtuosistica - possiede un'invidiabile capacità di raccontare storie che si collocano tra il cinema di genere e il grottesco. È quanto era già accaduto con Cosa piove del cielo?, Capitano Koblic e Criminali come noi. Stavolta produce Netflix, il che spiega il budget tirato al risparmio sul casting.

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