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Fortezza Bastiani

Regia di Michele Mellara, Alessandro Rossi vedi scheda film

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La recensione su Fortezza Bastiani

di speedy34
8 stelle

Il Capitano Drogo , protagonista del romanzo "Il Deserto dei Tartari" di Buzzati, attende tutta la vita asserragliato in un avamposto sul nulla l’attacco dei Tartari che giungerà solo quando lui sarà troppo vecchio per combattere. E Queen Mary (Franccesca Magrefi), Benna (Giuseppe Gandini), Pedro (Fabian Ribrezzo), Milla (Margherita Rami) e Rubin (Duccio Giordano), asserragliati nella loro "Fortezza Bastiani" , un appartamento nel centro storico di Bologna, vivono gli ultimi scampoli di una vita universitaria tra feste, cene con amici, ritrovi spontanei ed appassionati prima di venir fuori dalla loro prigione/rifugio ed affrontare un mondo, un'altra realtà che oramai preme alle porte della Fortezza. Ma “allergici” alle storie generazionali “mucciniane” o come anche ai racconti cinematografici di Ligabue di vite giovanili languide ed intrise di blues non temete: "Fortezza Bastiani" , diretto dai bolognesi Michele Mellara e Alessandro Rossi, evita abilmente qualsiasi smanceria patinata e l’abuso di scene consolatorie e rappacificanti che tanto ci fanno sentire parte di un “branco” nell’illusione breve di film falsamente realistici. Non si ha infatti alcuna voglia di vivere insieme ai ragazzi che occupano la Fortezza: “brutti, sporchi e cattivi”, provinciali “miserabili” alla prese con difficili scelte di vita, si agitano scompostamente travolti da ideali e sogni romantici di esistenze epiche dove non c’è spazio per nessun eroe. Ed i due registi al loro debutto, in una Bologna gigantesca fortezza che “come un’ovatta addormenta"; e tra gli angoli surreali e visionari del labirintico mondo universitario (impietosa la loro analisi che insieme a "La Cattedra" di Michele Sordillo sono i rari casi di un cinema interessato alle dinamiche ambigue e misteriose del mondo accademico), raccontano con misura ed una buona padronanza dei tempi e ritmi cinematografici l’inevitabile disfacimento del branco. Che , contravvenendo a qualsiasi teoria balistica, fuggono come pallottole impazzite pronte a “curvare” ad ogni insospettabile ed improvviso bivio della vita.

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