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Anatomia di un rapimento

Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Anatomia di un rapimento

di Dany9007
10 stelle

In questa incursione nel thriller, Kurosawa riesce a realizzare con maestria un film duro, tesisissimo, estrememante logico ed intelligente nella conduzione delle indagini di polizia. Ma il grande regista nipponico non si accontenta certo di realizzare un film puramente legato ad un intreccio poliziesco, come peraltro era praticamente avvenuto nella versione italiana "mutilata", che sacrificando oltre 40 minuti di film, focalizzava la vicenda sulle indagini della polizia, al contrario risulta forse ancor più interessante l'intreccio di affari, investimenti, debiti e partecipazioni che il protagonista (e allo stesso tempo vittima del ricatto), l'aggressivo ed autoritario dirigente di un'azienda calzaturiera, Gondo, trama per compiere un importante passo nella sua carriera: assumere il controllo del consiglio di amministrazione e scalzare sia il vecchio presidente della compagnia, uomo di alti principi ma assolutamente disallineato con le esigenze di mercato, ed estromettere altrettanto volentieri i feroci ed incompetenti dirigenti a lui ostili. La posta in gioco è altissima: per poter finanziare questa operazione Gondo ha ipotecato il suo intero patrimonio personale, compresa la sontuosa villa in cui abita con la famiglia. La sua strategia va però presto in frantumi a causa della richiesta di riscatto per la liberazione di suo figlio. Quasi tutti i passaggi legati alla travagliata e rischiosa mossa aziendale di Gondo, si possono apprezzare solo in giapponese con sottotitoli. Questa parte, rende senz'altro più avvincente l'intera vicenda, spiegando ancor meglio la catastrofe personale a cui andrebbe incontro Gondo qualora pagasse il riscatto. Inoltre è magistrale il modo con cui Kurosawa descrive la ferocia della classe dirigente: tutti pronti a tradire tutti a partire dall'attendente di Gondo che subito si vende alla parte del consiglio "avversaria", ma anche lo stesso Gondo, che nonostante qualche passaggio nostalgico del passato di umile calzolaio, professione che gli tornerà utile anche per cooperare con la polizia durante il rapimento, non è certo un idealista, ma anzi non si pone troppi problemi a voler esautorare il presidente della compagnia in cui lavora. 

Il resto della vicenda, dalla tesissima sequenza sul treno, all'indagine della polizia che si risolve come un puzzle è realizzata in modo straordinario, con trovate registica eccellenti (una tra tutte, il fumo rosso della ciminiera colorato sulla pellicola in bianco e nero, che mostra quindi il luogo dove il rapitore ha smaltito le valigie ove era riposto il denaro. Sorprendente anche il movente che ha fatto agire il rapitore (e in questo caso il titolo orginale Paradiso e inferno) si rivela senz'altro più adatto a trasmettere il senso di separazione che vige tra la ricca borghesia ed un proletariato che vive ancora in baracche e si sente alienato dalla società.  

 

 

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