Espandi menu
cerca
Amore tossico

Regia di Claudio Caligari vedi scheda film

Recensioni

L'autore

dm

dm

Iscritto dal 3 marzo 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni 8
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Amore tossico

di dm
8 stelle

I protagonisti di "Amore tossico" erano veri tossici venuti dalla strada. Oggi - dopo 13 anni - la morte ha mietuto i frutti della droga. La protagonista Michela Mioni, per esempio. C'è chi dice che abbia avuto un'overdose come nella finzione, sebbene alcune voci attendibili la vogliano ancora viva e vegeta in quel di Ostia. Invece sul protagonista Cesare Ferretti non ci sono dubbi: è morto d'AIDS nel 1986. Poi anche i comprimari, a poco a poco, sono defunti in modi analoghi. E' quindi fortissima la rispondenza di quanto si vede nel film con quanto realmente accadeva a quelle persone e accade ancora a persone simili. Le stesse numerose 'pere' mostrate sono autentiche, come la periferia romana ripresa da Caligari con piglio neo-neorealista prima (e meglio) del neo-neorealismo 'ufficiale' di Marco Risi e Riki Tognazzi. E' autentico anche il sangue con cui i protagonisti dipingono a metà film un quadro astratto, topos diffuso fra i tossicomani (di recente il cantante Pete Doherty ha fatto la stessa cosa, allestendo pure un'esposizione). "Amore tossico" è quindi un esempio di film-realtà che non sfocia nel documentarismo, ma resta - alla maniera di Pasolini e dei neorealisti - su un piano artistico e poetico discretamente elevato. Non ridicolizza le miserie che rappresenta. Non scade nel cinismo nemmeno quando mette in bocca agli attori battute ignobili ('er mare...er sole...'na bella pera...mettece pure du' violini...'). Il film è anzi estremamente intrigante per innumerevoli ragioni, di cui ne indico qui soltanto tre. 1) Perché è un'opera prima - la Migliore Opera Prima presentata al Festival di Venezia 1983 - di un regista che ha poi aspettato 15 anni prima di girare un altro film, "L'odore della notte", in quanto: a) estremamente perfezionista; b) del tutto estraneo all'industria cinematografica italiana, da lui definita nientemeno che 'una cosca'. 2) Perché - significativamente - fu sponsorizzato 'all'americana' dal compianto regista-shock Marco Ferreri; un caso - come ha scritto Marco Giusti - più unico che raro. 3) Perché era e rimane un'opera del tutto anomala. Una secchiata d'angoscia pasoliniana scagliata all'antrasatta in faccia all'Italia già edonista degli anni '80. Da un lato, quindi, molto più vicino alla realtà di qualunque altro film del tempo. Dall'altro, 'fuori dai tempi' della cinematografia italiana al pari di una cosa venuta da un altro pianeta. "Amore tossico", come dicevo, sconvolge ancora oggi. Colpa del mix di scene scioccanti e iper-realiste, scene quasi sperimentali e scene da commedia giovanile crudelmente adattate al mondo dei tossici. Il tutto contrappuntato da una colonna sonora acida e agghiacciante. Un piccolo capolavoro.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati