La recensione su Gli amici di Georgia

di alan smithee

8 stelle

16° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - RETROSPETTIVA ARTHUR PENN

Ad inizio anni '60, tre studenti un po' nerd accomunati dalla passione per la musica, si contendono senza per questo inimicarsi l'uno con l'altro, le grazie della bella coetanea Georgia, pure lei esuberante musicista, nonché ragazza dai modi disinibiti che accentra su di sé ogni attenzione da parte dei tre ragazzi.

Georgia ama Danilo, di origini lituane, che soffre i postumi di una famiglia operaia umile e dedita ossessivamente al lavoro, severa in cui non ha mai trovato spazio l'allegria, che tuttavia, pur amandola, finirà per tentennare perdendola definitivamente: sposerà il compagno più lingue e ricco di famiglia, ma concepirà prima un figlio dal terzo amico, quello più atletico destinato ad arruolarsi.

Rimarranno tutti amici, scegliendo ognuno altrove la famiglia e restando uniti e fedeli a quell'intesa che solo da amici si può condividere, e che la relazione, amorosa o sessuale che sia, finisce inesorabilmente per corrompere.

Arthur Penn firma con Four Friends (questo il titolo originale del film), una delle sue opere più intense e introspettive, perfettamente calata sui personaggi coinvolti, a loro volta specchio di un periodo cruciale in cui l'America si trova a fare i conti con i moti generazionali pacifisti di protesta contro la guerra.

Il cast, che annovera interpreti bravissimi ma poco noti e che non riusciranno purtroppo ad emergere in futuro (neppure Craig Wasson, seppur coinvolto poco dopo da Del Palma col suo stupendo Omicidio a luci rosse, riuscirà mai veramente a sfondare come divo di cinema), riesce a dar vita a quattro personaggi complessi in grado di definire molto bene quanto la vita richieda spesso compromessi e svolte improvvise, alla ricerca strenua di obiettivi che poi ognuno adatta e riconsidera ognuno attorno ad un proprio contesto assediato da sconfitte e disillusioni, quasi sempre sminuito rispetto ai sogni di gloria e successo che animano lo spirito in età giovanile, ove tutto appare irrealmente a portata di mano.

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