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Eureka

Regia di Lisandro Alonso vedi scheda film

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La recensione su Eureka

di alan smithee
7 stelle

Viggo Mortensen

Eureka (2023): Viggo Mortensen

FESTIVAL DI CANNES 2023 - CANNES PREMIERE

Esattamente come nel western anomalo e bellissimo, Jauja, ecco uno stropicciato ma atletico Viggo Mortensen cowboy e padre, all’affannosa ricerca della figlia che ha trovato rifugio in una cittadina squallida e corrotta in mezzo a un deserto polveroso.

Dopo aver ucciso chiunque lo ostacoli prima di arrivare al proprio obiettivo, ecco che comprendiamo che il film è solo un western qualunque che la nativa americana Sadie ama guardare quando non allena ragazzi a basket.

Intanto, sua cugina poliziotta, Alina, si prepara a trascorrere una notte in servizio tra una tormenta di neve e un distretto che non le fornisce aiuto alcuno, lasciandola ad improvvisare con il buon senso di cui è fortunatamente dotata.

Visto che la poliziotta tarda a venire a prenderla, la cugina si incammina da sola nella riserva indiana a trovare il vecchio nonno, che le offre finalmente la possibilità di partire per un viaggio nel tempo, oltre che nello spazio, in cui le distanze verranno colmate dal volo placido e veloce di una splendida cicogna.

Giungerà nella foresta amazzonica brasiliana, presso una tribù di nativi nei primi anni ’70, intenti a riportare in vita i sogni che hanno allietato o scosso le loro notti.

Fino a trasmigrare nel corpo di un ragazzo impegnato a vagare nella foresta alla ricerca dell’oro, ma soprattutto di se stesso.

scena

Eureka (2023): scena

Chiara Mastroianni

Eureka (2023): Chiara Mastroianni

L’esclamazione attribuita ad Archimede quando scoprì la chiave del suo celebre teorema, è probabilmente la reazione umanamente più opportuna una volta che, addentrati nella complessa e cangiante narrazione dell’ultimo film del talentuoso regista argentino Lisandro Alonso, si cerca di tracciare un filo rosso tra tutte le storie che, come in una staffetta, si danno il cambio, lasciando interdetto lo spettatore che iniziava ad assuefarsi a questo tipo di narrazione.

I primi venti minuti abbondanti di western in bianco e nero, presso una laida cittadina di delinquenti incalliti, è un incipit stupendo che spiace improvvisamente abbandonare per lanciarsi a seguire la nottata di disagi e problemi di una tenace poliziotta, ligia ed assennata quanto completamente lasciata al suo destino da una centrale distratta e poco collaborativa.

Dopo averci trasportato in un’atmosfera alla Twin Peaks, ecco che la vicenda lascia il passo al “volo” della giovane Sadie, la cui anima prende il volo grazie ai poteri nel nonno sciamano che la adora e protegge.

Ê un film complesso e pieno di ostacoli che talvolta è difficile superare senza rimpianti, soprattutto quando la storia vira a tradimento su altri lidi.

Ma il ritorno in regia di Alonso rimane legato alla ricerca degli spiriti guida che governano le singole esistenze e che rimangono il trait d’union di tutta la complessa cinematografia di questo insolito ed originale, ispirato cineasta.

Viggo Mortensen deve amare questo stile di regia in modo incondizionato, e, probabilmente memore della bella avventura che fu quasi un decennio fa l’esperienza del western metafisico Jauja (a cui peraltro quest’opera è strettamente legata e collegata) non si è tirato indietro all’idea di partecipare in una veste di apparente protagonista assoluto, detronizzato del ruolo in modo beffardo a meno di mezz’ora dall’avvio della complessa vicenda.

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