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L'esorcista

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su L'esorcista

di Antisistema
10 stelle

Il buio pesto della notte, viene squarciato da un raggio di luce artificiale provenienti dalla finestra al piano superiore della casa dell’attrice Chris MacNeil (Ellen Burstyn), l’anziano e malato prete Lankester Merrin (Max von Sydow), inquadrato di spalle osserva il luogo, dove si terrà l’ennesimo scontro tra bene (fede) e male (diavolo), quest’ultimo ha preso il possesso del corpo della piccola dodicenne Regan MacNeil (Linda Blair), corrompendone la carne giorno dopo giorno sino a volerla trascinare alla morte; Merrin, assieme al più giovane padre Damien Karras (Jason Miller), è l’ultima speranza, l’affidamento ad un rito irrazionale, privo di qualsiasi basi scientifiche; un esorcismo, elemento a cui l’atea Chris, vi si aggrappa con tutte le forze, nel tentativo di guarire la figlia, dopo la trafila di medici, psicologi e macchinari, che non hanno saputo spiegare la malattia di cui soffre la figlia.
Anno 1973, William Friedkin proveniente dal successo mondiale del Braccio Violento della Legge (1971), con tanto di oscar miglior film e regia, nonché incassi stellari, ottiene dalla Warner Bros, la regia del film l’Esorcista (1973), non ha scritto la sceneggiatura, ad appannaggio dello stesso autore dell’opera William Peter Blatty, di forte ascendenze cristiano cattoliche, ma la fede del secondo, non si scontrerà mai con il realismo estremo del secondo, perché entrambi instaureranno tra loro una sinergia benefica, che regalerà un film capace di interrogarsi sulla fede in modo profondo, nonché di riscrivere la storia del cinema, dando alla settima arte il più grande horror di tutti i tempi, questione sulla quale non si può in alcun modo transigere.
Produzione travagliata e complessa quella dell’Esorcista, come del resto si addice ai più grandi capolavori di tutti i tempi, solo la testardaggine di Friedkin, nonché l’enorme potere ottenuto in virtù del suo grande successo precedente, gli fece ottenere carta bianca illimitata, nelle scelte di messa in scena e soprattutto di casting; cominciando dalla piccola Linda Blair, nel ruolo dell’indemoniata posseduta, per cui si cercavano ragazzine più grandi, quando poi all’ultimo momento lei convinse tutti, nella capacità di passare da un’aria linda ed innocente, sul cui volto nella prima parte di film vi si sofferma spesso la macchina da presa del regista, in contrasto con la lenta corruzione decompositrice derivante dall'azione del maligno, passando per il ruolo di Chris, nella biografia di Friedkin lo studio voleva una star nel ruolo, si passò quindi per Anne Bancroft (purtroppo incinta), Audrey Hepburn (che voleva però girare a Roma per questioni familiari, scartata... comunque era un pò troppo "fragile" per il ruolo) e Shirley McLaine spalleggiata da Blatty (lei però troppo "forte" come carattere, la bastava un cazziatone ed il satanasso sarebbe scappato via alla velocità della luce), ma alla fine Ellen Burstyn sentito del film, decise di farsi avanti in modo indiscreto, sentendosi attratta da tale ruolo, che impone un profondo scavo nell'animo di una persona pronta ad accettare l'irrazionale pur di salvare la figlia, per questo il regista le diede la parte, forte anche dell'oscar ottenuto da lei l'anno prima per il film di Scorsese, infine i casting maschili furono più facili da fare, il tenente Kindermann (Lee J Cobb), personaggio legato alla parte poliziesca più prettamente friedkiana, forse un suo alter-ego interno al film ed infine la componente teologica, rispettivamente Karras e Merrin, ruoli assegnati il primo all'esordiente Jason Miller ed il secondo all'attore svedese Max Von Sydow, che il regista considerava tra i più grandi del mondo, preferendolo a Marlon Brando, prima scelta per lo studios. 

 

Ellen Burstyn, Max Von Sydow, Jason Miller

L'esorcista (1973): Ellen Burstyn, Max Von Sydow, Jason Miller


Schernito e preso in giro al giorno d'oggi da molti ragazzini, per i quali la paura evidentemente è sparare i rumori a mille, inquadrature veloci e grida a mille, per fare qualche sobbalzo dalla poltrona, l'orrore nell'Esorcista, risiede nel potere occulto ed arcano derivante dall'irrazionale, verso cui la scienza deve abdicare per incapacità di dare spiegazioni. 
Il razionalismo ateo di Chris, porta la figlia Regan da vari specialisti, che elaborano le diagnosi più astruse per spiegare la complessa sintomatologia della ragazzina, sottoponendola ad una trafila infinita di macchinari, che non riescono a dissipare la coltre di mistero, anzi, finiscono con l'aggiungere dubbi ulteriori. La spiegazione più "logica", per quantoassurda scientificamente, sarebbe la possessione da parte di qualche entità, ma tutti i presenti cercano di girare alla larga da tale argomento, perchè evoca un terrore ancestrale per un qualcosa di primordiale, di cui non vogliano ammettere l'esistenza. 
Criticato e vilipeso per le blasfemie, parolacce e oscenità pronunciate da una Regan oramai completamente folle nella possessione, sono critiche pretestuose, perchè il concetto stesso di diavolo è estremo ed il male puro originale deve portare ad un'incontinenza verbale, con annessi gesti scabrosi, che turbare gli occhi di chi vede tutto ciò; la paura necessita quindi di una manifestazione viscerale, come la croce (oggetto sacro) piantata nella vagina (elemento sessuale), in un miscuglio di sacro e profano, a cui si aggiunge il copioso vomito verde acido, simbolo del male alla sua massima espressione. L'irrazionale astratto si manifesta tramite degli effetti materiali molto tangibili, in questa strano legame tra due mondi antitetici, l'eccesso diviene una necessità, perchè pretendere un diavolo disposto ad un dibattito "dialettico-intellettuale" come richiesto da qualcuno, sarebbe stato fuori luogo, oltre che inutile, perchè secondo la descrizione fattane da padre Merrin:

"Il demone è bugiardo, mentirà per confonderci. E alle menzogne mescolerà anche la verità, per aggredirci. La sua è una aggressione psicologica, Damien. E potente. Quindi non gli dia ascolto, ricordi, non gli dia ascolto"

L'esserne turbati quindi è una precisa scelta artistica, connaturata all'essenza intrinseca del maligno, che cerca di fare leva sulle numerose debolezze umane, provocando Karras a proposito della madre morta, inducendolo ad una crisi di fede. La salvezza passa per l'esito vittorioso della battaglia contro il più grande dei mali, che mira a gettare nella totale disperazione l'essere umano a tal punto, da chiudergli il cuore all'infinita potenza salvifica dell'amore di Dio. Il confine tra bene e male è sempre stato il centro della poetica di un Friedkin, focalizzato sulle ambiguità insite nella natura umana, capace di varcare porte verso confini inesplorati per testare l'equilibrio dei propri limiti; giungendo, nella tetra illuminazone celeste della stanza di Regan, in quell'abisso infinito, che quel confine porta a romperlo fino ad oltrepassarlo o forse no... perchè oramai i due poli contrapposti, si sono mescolati tra loro, nel gran freddo del Cocito di dantesca memoria, il nono cerchio dell'Inferno, dove per il sommo poeta risiedeva al centro del lago ghiacciato, la mostruosità della maestosa figura di Lucifero.

L'amore di e per Dio, l'amore di una madre verso la figlia e l'amore di un'anima smarrita nei confronti di una piccola vita innocente corrotta dal più grande dei mali, sono i tre scudi necessari per Merrin, Karras e Chris, per uscire dal vuoto disperato delle proprie vite, nel tentativo di affrontare il più grande tentatore, che mira a distruggere l'imperfetta creazione divina, capace però di trovare la forza, per poter vincere la singola battaglia, ma non la guerra, perchè nel più grande finale sospeso della storia del cinema dell'orrore, - nella versione originaria e non quella integrale con 11 minuti in più del 2000 -, l'ambiguità di quella scalinata, vista dall'alto verso il basso da padre Dreyer (William O'Malley), porta a concludere, che il male è un qualcosa di intrinseco in un essere umano, conteso tra due poli contrapposti. Costato poco più di 10 milioni, la pellicola nonostante diverse restrizioni o proibizioni in vari paesi, ottenne un successo stratosferico di oltre 440 milioni in tutto il globo; avrebbe meritato tutti i premi oscar del mondo (comunque primo horror ad essere nominato a miglior film), vincendo solo sceneggiatura non originale e sonoro, venendo ignominosamente sconfitto (meritava la vittoria sicuramente per miglior film, regia e per gli attori Burstyn/Miller), ma il tempo ed il culto, ne farà il più grande film dell'orrore di tutti i tempi. 

 

Linda Blair

L'esorcista (1973): Linda Blair

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

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