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They/Them

Regia di John Logan vedi scheda film

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La recensione su They/Them

di mck
6 stelle

Le buone intenzioni, l’educazione / La tua foto profilo, buongiorno e buonasera / E la gratitudine, le circostanze / Bevi se vuoi, ma fallo responsabilmente / Rimetti in ordine tutte le cose / Lavati i denti e non provare invidia / Non lamentarti che c’è sempre peggio.

 

They-Slash(er)-Them: magari! Dico: magari ci fosse dello slasher, perché qui c’è solo un profluvio di pronomi (e uninnocua barra obliqua ad unire & dividere).

 

- "Continuo ad aspettarmi che Jason Voorhees esca da questi boschi."

- "Chi?"

[Sipario.]

John Logan, creatore di “Penny Dreadful” e del relativo spin-off “City of Angels” e (co-)sceneggiatore di lungo corso per Ridley Scott, Martin Scorsese, Oliver Stone, Tim Burton et cetera (Any Given Sunday, Gladiator, the Last Samurai, the Aviator, Sweeney Todd, Rango, Coriolanus, Hugo, Skyfall, Spectre, Alien: Covenant), esordisce alla regìa sotto l’egida della BlumHouse (con distribuzione PeaCock) con questo scherzo serioso o serio divertissement, “TheyThem”, da lui scritto: buone le intenzioni, realizzazione un po’ discreta e un po’ mediocre, e tutto sommato una lodevole occasione sprecata.

 


Kevin Bacon (l'unica ragione per cui ho deciso di assistere a questo film è il fatto d'essere appena uscito dal bingewatching della 3ª e purtropp'ultima stagione di "City on a Hill", serie che ha come carattere principale il co-protagonista di "Mystic River"), che proprio nel sopracitato di sponda "Friday the 13th" di Cunningham & Miller partecipò agli inizi di carriera, è il maestro di cerimonie senza tante cerimonie, al suo fianco ci sono Carrie Preston con Boone Platt, Hayley Griffith e Mark Ashworth, mentre a chiudere la sezione “gestori” del campeggio “rieducativo” (ch’è una definizione oggettivamente scorretta, e dunque, in assenza di un avverbio, me lo invento: convertente) ci sta Anna Chlumsky, l’unico personaggio che sembra non appartenere a quel mondo ch’è il paradiso in Terra per quella categoria di esseri umani rientranti sotto alla definizione di Adinolfi-Pillon, una chimera (loro/essi) fatta d’inverecondia e figure di merda. Dall’altra parte, tra i rieducandi convertibili, tutti più o meno bravi: il deuteragonista (o antagonista positivo) Theo Germaine e i suoi compagni di sventura Quei Tann, Austin Crute, Darwin del Fabro, Anna Lore e, la migliore del gruppetto, Monique Kim.

 


Fotografia di Lyn Moncrief, montaggio di Tad Dennis e musiche della fiorentina Sofia Hultquist, in arte Drum & Lace (con “Fuckin’ Perfect” di Pink a fare da filo conduttore e “Dreaming of You” dei Cigarettes After Sex a punteggiare una scena clou).

 

Purtroppo i falchi pellegrini di John J. Audubon sono utilizzati a sproposito (dagli Adinolfi-Pillon, "non" da John Logan), mentre il discorso sulle armi da fuoco semi-automatiche è un po' più radicale che, ad esempio, nella coeva ultima versione di "Texas Chainsaw Massacre".

- Uno fra voi due sa sparare?
- [Entrambi e all’unisono] Sì.
- Ma certo che lo sapete fare.

In sintesi, lascerei ora parlare il mio spirito guida sull’argomento "alphabet soup" (LGB&TTQQIH2SAPK+), Bella Ramsey: “I think, in the past, I’ve had maybe a slightly unhealthy relationship with labels.” 

 

Tra i tanti film di vario genere sull'argomento, segnalo "They" di Anahita Ghazvinizadeh del 2017, con la medicina al posto della religione e i suoi derivati.

* * ¾ (***) – 5.625    

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