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Fair Play

Regia di Chloe Domont vedi scheda film

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La recensione su Fair Play

di Furetto60
6 stelle

Dramma sentimentale. Buona la prova dei due protagonisti. Il film è discreto

Emily e Luke sono una coppia affiatata, che condivide un appartamento a New York; lavorano come analisti nello stesso fondo d'investimento, costretti a nascondere la relazione, a causa di logiche aziendali, discutibili. Sono talmente innamorati che stanno quasi per convolare a nozze. Oltretutto sembrerebbe che Luke è in odore di promozione, salutata con molto entusiasmo dalla partner, ma poi a sorpresa è Emily che ne beneficia. Luke a denti stretti accetta il “fatto” ma nel rapporto cambiano irrevocabilmente equilibri e dinamiche; la coppia deve fare i conti con il vero prezzo del successo e le snervanti conseguenze dell'ambizione. Emily e Luke si trovano in una vera e propria giungla umana, in cui possono venire sbranati, da competitor privi di morale e di scrupoli, in balia dell’altalena di un lavoro che può farti arrivare in alto in fretta, in virtù di una buona intuizione e poi con la stessa facilità improvvisamente scaraventarti a terra, per un banale errore. All’inizio del film assistiamo alla devastante sfuriata di un dipendente, caduto in disgrazia, i colleghi gioiscono pensando a chi potrà sostituirlo, mentre il personale di sicurezza” accompagna” fuori lo sfortunato. Una mattina a seguito di un errore di valutazione, peraltro suggerito da Luke, Jule viene pesantemente redarguita dal suo principale, che non le risparmia insulti sessisti irricevibili. Il rapporto che i due ritenevano indissolubile comincia a incrinarsi, la passione lascia il posto al lavoro, alla smania di successo. Da una parte un ambiente freddo che li separa in un spersonalizzante ufficio “open space”, apparenti sconosciuti nell'universo della finanza, e dall'altro il clima, confortevole e avvolgente di una casa a misura umana che consente di amarsi liberamente. Eppure, basta una promozione, una parola di troppo, una proposta di acquisto azzardata, e il ghiaccio inizia ad attecchire tra le stanze domestiche. Invidia, gelosia professionale, infondate accuse di tradimento, vanno ad insinuarsi in una guerra dei sessi, che comincia a logorare la loro stabilità, così, un po' alla volta, la vittoria dell'uno si traduce in disdetta per l'altro, in un gioco ormai al massacro, che alla fine fa detonare la loro storia nel peggiore dei modi. Le stesse accuse e insinuazioni che Emily impara a ignorare, sono la cartina al tornasole di una forte discriminazione di genere, che ancora zavorra e inquina gli ambienti lavorativi, e che nel film di Chloe Domont viene solo denunciata, ma mai veramente indagata. Maschere di umori in perpetuo mutamento, i due interpreti riescono a rendere credibili i personaggi, ma senza consentire allo spettatore di empatizzare con le due anime tormentate;Dynevor ed Ehrenreich colorano con abilità i loro caratteri in involuzione, tuttavia per quanto totalmente in parte, entrambi gli attori non possono sopperire ad una sceneggiatura "zoppicante"comunque al netto di questo, il film non è male

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