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Operazione diabolica

Regia di John Frankenheimer vedi scheda film

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La recensione su Operazione diabolica

di Baliverna
8 stelle

Coinvolgente, affascinante, angosciante. Così potrebbe definire questo film, girato da Frankenheimer nei suoi anni migliori, in un bel bianco e nero. Lo spunto è fantastico o quasi: cambiare identità e iniziare la vita che si è sempre sognata, ma non si è riusciti a realizzare. Ma ciò a cui mira il regista non è stupire o incuriosire lo spettatore (come moltissimi film di oggi), ma a riflettere su tematiche profonde e complesse. Forse la domanda che pone il film è la seguente: siete sicuri che realizzando tutto ciò che si ha sempre desiderato si è poi felici? Tutto, dai soldi, al successo, al sesso, al mestiere preferito... La domanda non è da poco, poiché tutti hanno progetti e sogni che tentano di realizzare, e magari più di qualcuno vorrebbe poter ricominciare tutto da capo. La risposta di Frankenheimer sembra essere "no". Basta osservare a questo proposito la sorte del protagonista, che finisce per essere inghiottito da angoscia, confusione, rimorsi, crisi d'identità. Noi siamo quelli che siamo, e non solo non ha senso desiderare di essere qualcun altro per essere felici, ma pure se ci riuscissimo, continueremmo ad essere noi stessi e cadremmo in una tremenda confusione. La presentazione della vita piatta del protagonista all'inizio è un dato di fatto su cui nessuno dubita, ma la soluzione non è certo il cambio d'identità. Interessante è anche l'annotazione che il protagonista soffre nel constatare come il suo matrimonio sia ormai insapore e il rapporto con sua moglie un abitudine, come a dire che egli percepisce lo scarto tra com'è e come dovrebbe e vorrebbe essere (sempre restando nella sua vita reale, e non quella che aveva sognato).
L'episodio dell'orgia della masnada che celebra il rito pagano offre nudi piuttosto arditi per l'epoca, ma devo dire che ciò non mira a solleticare gli istinti sessuali, ma a mettere a fuoco una certa situazione e una certa verità. Il protagonista (un bravo e insolito Rock Hudson) prima si oppone ad una simile degenerazione, ma spinto dagli altri, finisce per accettarla e prenderci gusto. E' come constatare, senza condiscendenza, l'attrattiva della perversione anche in un uomo vissuto sempre con codici di comportamento ben lontani da quello. Quando il protagonista avrà ottenuto e provato tutto quello che voleva, si sentirà assalire dall'angoscia. Se ne potrebbe parlare ancora a lungo.

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