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La donna del fiume - Suzhou River

Regia di Ye Lou vedi scheda film

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La recensione su La donna del fiume - Suzhou River

di alan smithee
8 stelle

locandina

La donna del fiume - Suzhou River (2000): locandina

AL CINEMA
Un narratore invisibile, che si identifica con la telecamera o al massimo con un veloce e nervoso movimento di mani, ci racconta le vicissitudini di vita, amorose quanto tragiche, che circondano una bella figura di donna che, sempre in dubbio che si tratti della medesima persona o di due pressoché identiche, cambia letteralmente l'esistenza a lui e ad un altro uomo, ossessionandoli al punto tra travolgere le un po' monotone esistenze di ciscuno.
Il narratore, di professione fotografo, viene incaricato di immortalare l'esibizione di una bella ballerina vestita da sirena, Meimei, presso una piccola piscina sistemata nel locale in cui si esibisce, tipico ritrovo per soli uomini.
Quando costui si imbatte in Mardar, un corriere motociclista un po' propenso a mettersi nei guai, l'io narrante inizia a raccontare la storia di quest'ultimo, e della sua sfortunata avventura sentimentale con la bellissima e turbata Mourdan, e la vicenda si sposta verso questi due personaggi, che vanno incontro ad una separazione forzosa e violenta, quanto tragica, occorsa dopo un tentativo di sequestro organizzato dagli amici grevi ed infidi del fotografo.
Dopo questo episodio la giovane scompare gettandosi nelle acque del fiume e Mardar, che si tuffa per ritrovarla, finisce in carcere.
Anni dopo l'uomo esce di carcere e, capitato nel bar dove si esibisce l'amica sirena dell'io narrante, si convince di scorgere in quella bella ragazza l'esatta copia della sua compianta e scomparsa Mourdan, che però non crede all'uomo, pensando che il suo agire sia solo una scusa per sedurla.
La donna capirà troppo tardi che i sentimenti dell'uomo erano sinceri, e nel frattempo quest'ultimo scoprirà una terza figura di donna identica alla povera Meimei: forse stavolta si tratta proprio di quella vera, e per questo destinata a finire la sua storia terrena con quell'uomo un po' restio a manifestare i propri sentimenti, ma determinato e sincero.
Il secondo film dell'apprezzato regista di Shanghai Lou Ye, autore anche del soggetto e della elaborata ma aciutta sceneggiatura dell'opera, è una sorta di thriller dai rimandi hitchcockiani (impossibile non scorgervi richiami con La donna che visse due volte), incentrato sull'ossessione che una donna riesce a creare nell'uomo che finisce per rivederla in altre sue simili.
Ye ha l'ardire di raccontare la storia utilizzando un metro narrativo originale e complesso, che parte da una soggettiva concentrata sull'io narrante, di cui scorgeremo appena alcune estremità del corpo come le mani e poco altro, per poi spiccare il suo volo narrativo soffermandosi su un altro uomo, che diventa il vero epicentro delle ossessioni che lo coinvolgono, stravolgendogli la vita, fino al finale dall'evidente tonalità melodrammatica.
Una bella fotografia sporca e appannata riesce inoltre a imprimere sullo spettatore, già piuttosto coinvolto in quella storia di ricerca affannosa che turba la vita al protagonista che, poco per volta, si guadagna tale ruolo sull'io narrante inizialmente preponderante, la sensazione di disagio che una vita cittadina lungo un fiume dalle acque grigiastre e ben poco invitanti può imprimere sui suoi abitanti, spingendoli talvolta a trovare proprio in quell'impetuoso corso d'acqua, la drammatica soluzione definitiva di ogni guaio terreno che affligge molti sfortunati.
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